Finalmente Meloni ammette che il centrodestra non può eleggere da solo il Presidente della Repubblica

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-14

In un’intervista a Corriere Tv, la leader di Fratelli d’Italia riconosce che sarà necessaria una mediazione tra il centrodestra e le altre forze politiche per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica

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Rivendica il peso del centrodestra in vista dell’elezione del Presidente della Repubblica, rilancia la linea del partito su un “Patriota” al Quirinale, ma ammette che – da sola – la coalizione con la Lega e Forza Italia “non ha i numeri” per eleggere il nuovo Capo dello Stato. In un’intervista a Corriere Tv, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ridimensiona le dichiarazioni roboanti fatte fino a qualche giorno fa da palco di Atreju a Roma. Il centrodestra può mostrare i muscoli quanto vuole, ma la matematica non si trasforma in un’opinione: la coalizione, considerando che il Parlamento si riunisce in seduta comune e viene integrato da tre delegati inviati da ogni regione (uno solo dalla Valle d’Aosta), vanta circa 440 voti: che tutti convergano sullo stesso nome, ne servirebbero altri 65 per l’elezione al quarto scrutinio.

La linea di Meloni verso il Quirinale

“Bisognerà cercare convergenze – ha spiegato Meloni – ma la sinistra pensa che si possano trovare solo su persone del loro campo. Questa volta noi abbiamo i numeri e dunque facciamo le nostre proposte. E queste devono essere considerate con la stessa serietà con cui vengono considerate tutte le altre”. Tra i nomi sul tavolo, naturalmente, quello di Silvio Berlusconi. Non c’è ancora un “piano B”. In questi giorni a prendere l’iniziativa in questo senso è stato Matteo Salvini, che ieri ha sentito tutti i leader di partito, da Letta a Conte, da Renzi a Calenda, da Meloni a Lupi, da Toti a Brugnaro, per sondare il terreno in vista di febbraio. Soprattutto il leader della Lega ha avuto un colloquio telefonico con Berlusconi, durante il quale i due hanno concordato di vedersi a breve. Alcuni hanno visto dietro l’operazione del segretario del partito di via Bellerio il tentativo di recuperare centralità nella coalizione dopo le arringhe di Meloni ad Atreju, ma dalla Lega arrivano smentite sull’esistenza di secondi fini.

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