Green pass per tutti i lavoratori: quante Leghe ci sono dopo le parole di Giorgetti?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-14

Il Ministro dello Sviluppo Economico sottolinea come essere al governo preveda una assunzione di responsabilità e smentisce la linea tenuta, finora, dal Carroccio

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C’è una Lega di lotta e una di governo. Da una parte i parlamentari che proseguono la loro “battaglia” organizzando convegni di dubbia valenza scientifica al Senato e protestando contro il Green Pass; dall’altra gli “uomini delle istituzioni” come Giancarlo Giorgetti (ma anche come molti governatori) che si sono detti favorevoli all’estensione della certificazione verde per tutti i lavoratori. Poi c’è l’ibrido Salvini che prova a dare un colpa al cerchio e uno alla botte, tentando di trovare una posizione mediana tra le due anime del Carroccio. Una dicotomia strutturale resa ancor più evidente dalle parole pronunciate lunedì dal Ministro dello Sviluppo Economico.

Giorgetti è favorevole all’estensione del Green Pass, e Salvini che fa?

“Quella di estenderlo a tutti è un’ipotesi in discussione e dovremmo discuterne bene – ha detto il leghista a capo del Mise a margine di un evento ad Assisi -. Certo è che l’esigenza delle aziende è quella di avere la sicurezza per chi opera nei reparti. Soltanto un contagiato, al netto delle conseguenze sanitarie, rischia di far chiudere tutta l’azienda. Quindi dobbiamo dare un sistema di certezze sia sotto il profilo sanitario che sotto il profilo dell’organizzazione del lavoro. Quindi che si andrà verso un’estensione senza discriminare nessuno, possibilmente”.

Una linea ben diversa da quella annunciata dal segretario della Lega nel corso dei vari interventi televisivi e nelle interviste radiofoniche e ai quotidiani. Un’anima governativa sottolineata anche da un’altra dichiarazione rilasciata da Giancarlo Giorgetti: “Quando siamo entrati al governo sapevamo di assumerci il peso e la responsabilità di una situazione complicata e difficile. Lo stare al governo significa assumersi responsabilità e prendere decisioni anche se qualcuno non è contento ma fa parte delle regole del gioco”. La differenza tra chi non deve fare una continua campagna elettorale seguendo gli hashtag di tendenza e chi, invece, prova sempre ammiccamenti per un pugno di voti.

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