Giorgetti è stufo di Salvini che ammicca ai sovranisti: “Decida da che parte stare”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-02

Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti bacchetta il leader del suo partito, Matteo Salvini, sulle alleanze coi sovranisti in Europa: “Capisco la gratitudine verso la Le Pen, ma l’alleanza con Afd non ha una ragione”

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La Lega di lotta si separa sempre più da quella di governo, con la prima impersonata dal leader Matteo Salvini e la seconda da Giancarlo Giorgetti, suo ormai ex braccio destro e ora ministro dello Sviluppo economico del governo Draghi. Quest’ultimo si è distinto negli ultimi mesi per le posizioni più moderate sui temi che hanno diviso l’ampia maggioranza a sostegno dell’esecutivo, scontrandosi non di rado con la base più radicale del suo partito. L’ultimo oggetto del contendere è la vicinanza di Salvini ai leader estremisti in giro per il mondo: dalla calorosa accoglienza riservata al presidente del Brasile Jair Bolsonaro, che in Veneto ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Anguillara tra le proteste dei manifestanti, alla recente telefonata alla convention di Marine Le Pen, oltre all’alleanza con il partito di estrema destra tedesco Afd in Europa.

Giorgetti è stufo di Salvini che ammicca ai sovranisti: “Decida da che parte stare”

“Il problema non sono io, che una credibilità internazionale me la sono creata da tempo”, dice Giorgetti intervistato da Bruno Vespa per il libro “Perché Mussolini rovinò l’Italia (e come Draghi la sta risanando)”. “Il problema è se Salvini vuole sposare una nuova linea o starne fuori. Questa scelta non è ancora avvenuta perché, secondo me, non ha ancora interpretato la parte fino in fondo. Matteo è abituato a essere un campione d’incassi nei film western. Io gli ho proposto di essere attore non protagonista in un film drammatico candidato agli Oscar. È difficile mettere nello stesso film Bud Spencer e Meryl Streep. E non so che cosa abbia deciso…”.

“Se vuole istituzionalizzarsi in modo definitivo – insiste il ministro – Salvini deve fare una scelta precisa. Capisco la gratitudine verso la Le Pen, che dieci anni fa lo accolse nel suo Gruppo. Ma l’alleanza con l’Afd non ha una ragione”. Ad ora la “svolta europeista” auspicata visto il supporto a un presidente del Consiglio che per anni è stato presidente della Bce è, secondo Giorgetti, “un’incompiuta”. Il leader del Carroccio “ha certamente cambiato linguaggio. Ma qualche volta dice alcune cose e ne fa altre. Può fare cose decisive e non le fa”. Per questo motivo l’ala governativa della Lega ha deciso di tenere con il leader “un binario comune” finché il treno del governo continua a viaggiare, “altrimenti rischiamo noi di finire su un binario morto”.

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