I nuovi giardinieri a Roma assunti per non fare nulla

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-13

Non ci sono i mezzi: mancano decespugliatori, tagliaerba e trattori. I 71 operatori neoassunti dal Campidoglio costretti a rimanere senza lavoro

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A Roma il Servizio Giardini è stato negli anni falcidiato e quindi era una buona notizia l’assunzione dei giardinieri effettuata dalla Giunta Raggi. Spiega oggi Il Messaggero:

Muoiono a poco a poco le ville storiche di Roma Capitale mentre il Comune non sa cosa far fare ai 71 nuovi giardinieri, che dovrebbero occuparsi proprio della “salute” di questi polmoni verdi, ma che rischiano, invece, di restare con le braccia conserte. Provate voi a far lavorare uno di loro che – salvo un paio di guanti malandati– non può contare su strumenti idonei a svolgere le proprie mansioni.

Paradosso beffardo ma tanto è: la nuova infornata, che dovrebbe resuscitare il Servizio giardini da un lungo torpore, rischia di rivelarsi un conclamato flop giacché all’aumento di dipendenti non segue un incremento dei mezzi per la cura del verde cittadino. Tant’è vero che più di un dipendente confida: «All’inizio dovranno fare anche qualcos’altro». Decespugliatori, trattori, camion e cestelli: le disponibilità correnti dei cosiddetti “strumenti da lavoro” sono talmente residue che perfino i giardinieri attuali (senza contare dunque i nuovi assunti) passano le giornate a fare poco e nulla.

E quindi:

Nel II Municipio sono in servizio 18 giardinieri: 10 per villa Ada, 6 per villa Torlonia e 2 per villa Paganini. Oltre a questi spazi gli impiegati dovrebbero occuparsi anche della cura di villa Glori, villa Mercede, villa Leopardi, villa Chigi e parco dei Caduti, mentre villa Borghese gode di quello che potrebbe definirsi uno statuto a sé. Quanti sono gli strumenti e dunque i mezzi per poter lavorare? «Per un milione 300mila mq di verde c’è un camion, un cestello – fa di conto l’assessore municipale all’Ambiente, Rino Fabiano – due moto seghe, due decespugliatori e un porter per portare via le ramaglie».

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