Opinioni

Gianluca Semprini a Ballarò e l'accoglienza dei giornalisti RAI

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-06-23

Ieri si è dimesso Gianluca Semprini da Sky per raggiungere la Rai e occuparsi del nuovo programma informativo del martedì che non è Ballarò, che è un programma finito”: lo ha annunciato oggi la direttrice di Rai3 Daria Bignardi, sentita in audizione dalla commissione parlamentare di Vigilanza Rai. Questi format, ha aggiunto, sono “anacronistici e […]

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Ieri si è dimesso Gianluca Semprini da Sky per raggiungere la Rai e occuparsi del nuovo programma informativo del martedì che non è Ballarò, che è un programma finito”: lo ha annunciato oggi la direttrice di Rai3 Daria Bignardi, sentita in audizione dalla commissione parlamentare di Vigilanza Rai. Questi format, ha aggiunto, sono “anacronistici e antistorici”, lo vorrei “molto più compatto: 90 minuti, per ricominciare in un prodotto che parta dalle immagini e faccia un importante lavoro di ricerca dei protagonisti della politica”. Con Massimo Giannini, ha sottolineato, “è stata fatta una scelta che ha portato a un risultato fin troppo buono: è stato molto bravo Giannini, è stato eroico, è stato buttato in tre settimane a fare una prima serata di tre ore con gli autori che c’erano. Condurre un programma in prima serata è davvero un mestiere: non credo che un giornalista pur bravissimo della carta stampata abbia vita facile quando si misura con l’agone dello studio televisivo, sono diversi, è un altro linguaggio”. E del resto, ha concluso Bignardi, “Floris lasciò Ballarò quando la trasmissione era già in crisi”.

gianluca semprini blog

Il post sul blog di Gianluca Semprini


Ma proprio mentre Semprini è in arrivo, qualche giornalista RAI lo accoglie facendo circolare un post sul suo blog pubblicato il primo giugno 2014. In esso Semprini, appoggiando le parole di Matteo Renzi contro lo sciopero dei giornalisti RAI, spiegava che i giornalisti di Sky erano ‘costretti’ a lavorare il doppio rispetto a quelli Rai:

-Umiliante – definito così Matteo Renzi lo sciopero dei giornalisti Rai previsto l’11 giugno contro il taglio previsto per viale Mazzini di circa 150 milioni di euro.
Non so se ha scelto l’aggettivo giusto, ci saranno altre polemiche e frizioni.
Voglio però raccontare di come, spesso, mi sono sentito umiliato nel vedere come lavoravano i colleghi della tv di Stato. Nel constatare in trasferta – soprattutto qualche anno fa poi i tempi sono cambiati anche per loro – che io giornalista di una azienda privata dovessi lavorare il doppio rispetto ad un giornalista di Stato, per un stipendio che era all’incirca della metà.
Mi sono sentito umiliato e ho aiutato il mio operatore che doveva trasportarsi tutta l’attrezzatura da solo mentre i suoi colleghi della Rai erano in due e in fondo lo schernivano.
Mi sono sentito umiliato, nel vedere non certo in tutti colleghi, ma in alcuni di loro, la tracotanza di chi vedeva quel posto di giornalista di Stato come qualcosa di dovuto, a bassi ed alti livelli, le rivendicazioni ad avere e riavere quello che per natura divina definivano il “mio microfono”.
Mi sono sentito umiliato quando l’allora Direttore della all news di Stato – ovviamente poi passato per l’elezione al Parlamento – a fronte delle continue scoppole prese dalla all news privata commentava: “Eh ma loro hanno i mezzi!”. Stessa scusa usata dai suoi colleghi ad ogni buco preso, più per indolenza che per capacità.
Mi sono umiliato nel sapere che non avendo protezione politica l’intervista al potente di turno, a destra come a sinistra, era – lo sentivano – innanzitutto un loro diritto naturale, perché erano persone della stessa specie, politici e giornalisti di stato.
Mi hanno umiliato perché fortunatamente con la maggior parte del miei colleghi di Sky, qualche settimana fa, ho votato per un accordo che a fronte della decurtazione dell’1,69% dello stipendio ( per me circa 500 euro in un anno) ho permesso l’assunzione di 13 colleghi precari. Mi hanno umiliato, a me e agli altri che hanno votato sì, chiamandoci servi del padrone, crumiri, perché avevamo violato i diktat del sindacato. Noi che abbiamo deciso un piccolo sacrificio per le nostre famiglie, per favorire altre famiglie, ancora umiliati.
Tagli e possibili problemi occupazionali dunque non li si augura a nessuno. Un piccolo bagno di umiltà, sì. Era ora.

Ben arrivato, Semprini!

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