Le cariche della polizia israeliana che fanno quasi cadere la bara di Shireen Abu Akleh | VIDEO

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-05-13

Violenze al funerale della giornalista di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh, morta mentre documentava un’operazione delle Forze di difesa israeliane a Jenin: la polizia ha caricato i partecipanti al corteo accusandoli di aver innescato le provocazioni con un lancio di sassi

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La polizia israeliana carica con granate stordenti e manganelli il corteo che porta in spalla la bara di Shireen Abu Akleh, la giornalista di Al Jazeera rimasta uccisa in uno scontro a fuoco mentre documentava un’operazione delle Forze di difesa israeliane (Idf) in un campo profughi a Jenin lo scorso 11 luglio. Il feretro della cronista di cittadinanza americana e fede cattolica veniva trasferito dal Saint Louis French Hospital nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est verso la Porta di Giaffa nella Città Vecchia di Gerusalemme, dove è stata organizzata la cerimonia funebre.

Le cariche della polizia israeliana che fanno quasi cadere la bara di Shireen Abu Akleh

Secondo la polizia israeliana, centinaia di partecipanti alla processione avrebbero provocato gli agenti con un lancio di sassi. I palestinesi invece affermano che tutto sia iniziato con il lancio di alcune granate stordenti in dotazione alle forze dell’ordine. Immagini diffuse da al Jazeera mostrano gli scontri fra i soldati e la folla: cariche e botte indiscriminate, con la bara contenente il corpo di Shireen Abu Akleh portata a spalla che rischia di cadere a terra. Nel corso della giornata di ieri la polizia israeliana avrebbe rimosso con la forza la bandiera palestinese dall’abitazione della giornalista.

Israele: “Impossibile determinare chi ha ucciso la giornalista”

Una nota dell’esercito ha riferito che non è stato possibile determinare l’origine della sparatoria nella quale la cronista ha perso la vita. “L’indagine – si legge – mostra che ci sono due possibilità per l’origine della sparatoria che l’ha uccisa”. La prima opzione è quella di un fuoco pesante da parte di “uomini armati palestinesi”. L’altra è che durante la sparatoria, uno dei soldati israeliani abbia sparato “alcuni proiettili da una jeep usando un mirino telescopico contro un terrorista che stava sparando al suo veicolo”: “È quindi possibile – si legge – che la giornalista che stava vicino al terrorista sia stata colpita”. Il presidente dell’Anp Mahmoud Abbas ha rifiutato l’offerta israeliana di un’indagine congiunta e ha detto di essere intenzionato a presentare il caso davanti alla Corte penale internazionale.

 

(immagine di copertina: screenshot diretta Al Jazeera)

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