Fratoianni, Conte e Renzi: quelli che non hanno preso benissimo l’accordo tra Letta e Calenda

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-08-02

L’alleanza con Azione e +Europa sta dando non pochi pensieri al Pd, che adesso vede messo a rischio il rapporto con altri (preziosi) compagni di battaglia

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L’accordo tra Enrico Letta, Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova per un patto di coalizione elettorale è stato raggiunto. Alla fine, i tre hanno trovato la quadra: “Pd e Azione/+ Europa si impegnano a promuovere, nell’ambito della rispettiva autonomia programmatica, l’interesse nazionale nel quadro di un solido ancoraggio all’Europa e nel rispetto degli impegni internazionali dell’Italia e del sistema di alleanze così come venutosi a determinare a partire dal secondo dopoguerra. In questa cornice le parti riconoscono l’importanza di proseguire nelle linee guida di politica estera e di difesa del governo Draghi con riferimento in particolare alla crisi ucraina e al contrasto al regime di Putin”, si legge all’interno del patto.

Costruita con l’obiettivo di dare vita a una coalizione ampia e plurale da opporre a quella della destra sovranista, l’alleanza con Azione e +Europa sta comunque dando non pochi pensieri al Pd, che adesso vede messo a rischio il rapporto con altri (preziosi) compagni di battaglia. Tanto che il segretario dem Enrico Letta ha subito precisato che la relazione con le altre liste, nonostante il patto, è considerata “solida”. Ma non tutti sembrano essere d’accordo.

Accordo Letta Calenda, i malumori dei Verdi e di Sinistra Italiana

Il patto siglato stamane tra Letta e Calenda ha anzitutto suscitato i malumori dell’alleanza Verdi-Sinistra, col segretario di SI Nicola Fratoianni che ha detto: “Consideriamo questo accordo legittimo, perché bilaterale, ma non lo riteniamo minimamente vincolante per la nostra proposta politica”. E gli ha fatto eco Angelo Bonelli dei Verdi: “Non ci riguarda, non ne condividiamo i termini”. Il nodo insolvibile per SI-Ev è legato soprattutto alla questione dei rigassificatori: “Nell’accordo è prevista la realizzazione di impianti di rigassificazione nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica virtuosa e sostenbile”, un punto, questo, certamente non condiviso dai Verdi e da Sinistra Italiana.

In nome di questi attriti, Enrico Letta ha deciso di convocare per domani un incontro con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che avrà presumibilmente come oggetto proprio la ridiscussione di alcune condizioni dell’alleanza dopo il patto siglato con Calenda e Della Vedova.

Conte sull’accordo Letta Calenda: “Nuova ammucchiata”. Possibile alleanza M5S/SI/Ev

Nel frattempo, fa capolino all’orizzonte un nuovo scenario: quello di una possibile alleanza di Si-Verdi con il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. Se l’Asse col Pd dovesse saltare, quindi, è questa l’ipotesi più papabile che si affaccia per le realtà politiche di Fratoianni e Bonelli. Interpellati in merito, i due leader non si sono sbilanciati e hanno pronunciato un laconico “valuteremo”.

A non convincere Verdi e SI è anche la questione del diritto di tribuna in Parlamento promesso da Enrico Letta ai leader dei partiti e movimenti politici del centrosinistra che entreranno a far parte dell’alleanza. “Non ne abbiamo bisogno, noi abbiamo i nostri candidati e la nostra lista. Non siamo interessati a nessun diritto di tribuna, il diritto di tribuna ce lo conquisteremo”, hanno spiegato i leader di SI ed Ev.

Il presidente del M5S Giuseppe Conte non si è espresso sulla possibilità di un’alleanza con l’asse SI-Ev, ma ha commentato in maniera pungente l’accordo raggiunto dai dem con Calenda e Della Vedova. L’ex Premier ha scritto su Twitter: “Finalmente è finita la telenovela Letta-Calenda: in bocca al lupo alla nuova ammucchiata che va dalla Gelmini dei tagli alla scuola al Pd, passando per Calenda, che non ha mai messo il naso fuori da una Ztl. Si riconoscono ‘nell’agenda Draghi’. Salario minimo legale, lotta all’inquinamento e alla precarietà giovanile saranno fuori dalla loro agenda. Nessun problema, ce ne occuperemo”.

Accordo Letta Calenda, Renzi: “Scenderò in campo da solo”

Ancor prima che il patto tra Letta e Calenda venisse sottoscritto, a mostrare perplessità era stato pure il leader di IV Matteo Renzi, che aveva spiegato: “Se Calenda e Letta si accordano, Forza Italia e Lega brindano. Il discorso del voto utile, mettersi tutti insieme con il Pd, non è credibile. Se non ci sono i 5 Stelle la partita è monca di un pezzo nonostante io non li voglia. Capirei la grande alleanza di tutti se ci fossero tutti, ma così, per attutire la vittoria della destra, serve un centro forte. Chi oggi inizia la campagna elettorale come ha fatto Enrico Letta, non sta contrastando la destra, ma le sta regalando la vittoria. Se voglio contrastare la destra – ha spiegato l’ex presidente del Consiglio – non posso partire chiedendo la tassa di successione e imbarcando quelli che non vogliono Draghi. L’appello all’unità lo può fare chi toglie i voti alla destra, non chi glieli regala”.

Poi, una volta che il patto tra Pd e Azione/+ Europa è stato ufficializzato, anche il leader di Italia Viva ha sposato la tesi della “grande ammucchiata”, dichiarando su Twitter di essere pronto a scendere in campo da solo. Ha scritto: “Abbiamo voluto Draghi al governo, soli contro tutti. Oggi non ci alleiamo con chi ha votato contro Draghi. Prima della convenienza viene la politica. Quello che gli altri definiscono solitudine, noi lo chiamiamo coraggio. Pronti, ci siamo”.

 

 

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