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Francesco Sicignano: perché Renzi ha ragione sul pensionato di Vaprio d'Adda

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-10-22

«Trasformare in un eroe il pensionato è un errore», dice il premier. Chi lo sta facendo? Perché? Non avrebbero nulla di meglio da fare?

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Ieri Matteo Renzi ad Otto e Mezzo ha parlato anche del fatto di cronaca avvenuto a Vaprio, dove un pensionato ha sparato a un ladro uccidendolo in circostanze ancora da chiarire. «Trasformare in un eroe il pensionato è un errore, poi nel merito possiamo discutere: siamo pronti a discutere sempre di tutto. Se c’è un problema di norme, si discute. Ma occhio a non strumentalizzare. Noi sulla sicurezza saremo sempre in prima linea a difesa dei cittadini, ma senza strumentalizzare», ha detto il presidente del Consiglio. «Credo che sul tema si possa discutere. Non è questo l’argomento di oggi, oggi c’è un fenomeno dispettacolarizzazione di questo episodio. Una persona che si trova in casa qualcuno ha sempre una reazione, è comprensibile. Il Codice dice che ci vuole una proporzione, ma parlano i magistrati non i politici. Ma strumentalizzando il caso vogliono far credere che l’Italia non è sicura, giocare la carta della paura. Bisogna capire le reazioni di chi ha paura ma non strumentalizzare», ha concluso Renzi.

Francesco Sicignano: perché Renzi ha ragione sul pensionato di Vaprio d’Adda

Con chi ce l’aveva il premier? Indubbiamente con la Lega e Matteo Salvini: “Abbiamo pianto troppi tabaccai, gioiellieri, tassisti, due anziani di Palagonia massacrati a botte e violentati. Se si e’ difeso ha fatto bene!”, ha detto ad esempio ieri a Matrix il segretario della Lega Nord. “Abbiamo fatto un anno fa una proposta di legge per cancellare il reato di eccesso di legittima difesa- ha aggiunto- La politica può  protestare, ma poi deve fare come fa la Regione Lombardia e come spero farà il Governo Renzi senza aspettare i prossimi 5 morti. Sono culturalmente, personalmente e politicamente contro la pena di morte. Mi accontenterei dell’ergastolo vero per gli assassini. Se vieni condannato a 10 anni perché sei un rapinatore o uno spacciatore, stai in galera 10 anni. Non è che dopo 2 anni hai lo sconto di pena, l’indulto, lo svuota carceri e te li trovi in piazza”. E ovviamente non c’è solo Salvini. Questa ad esempio è una vignetta pubblicata su Facebook che restituisce un po’ il clima del dibattito in Italia quando accadono fatti come questo:
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Ma, nonostante l’ironia piuttosto facile, nella vicenda di Francesco Sicignano Renzi ha ragione sulla questione dell’eroe. In attesa che la magistratura faccia piena chiarezza sull’accaduto una serie di evidenze suggeriscono che sulla storia bisogna andare piuttosto cauti.

La manifestazione di Fratelli d'Italia a favore di Sicignano

La manifestazione di Fratelli d’Italia a favore di Sicignano

La versione del pensionato

Francesco Sicignano ha infatti detto di aver sparato al ladro in cucina. In realtà il proiettile ha seguito una traiettoria dall’alto in basso, compatibile con un colpo esploso dalle scale esterne verso il giardino della casa. Sicignano ha detto di non essersi reso conto che la vittima non era armata, altrimenti avrebbe sparato in aria: il 22enne teneva una torcia ed è stato colpito al cuore. Infine, il pensionato dice di aver sorpreso il ladro in casa: ma nell’appartamento non sono state trovate tracce di sangue. E non c’erano segni di effrazione. In più pare francamente improbabile che un uomo colpito al cuore nella cucina della casa sia riuscito a camminare fino al giardino scendendo le scale. Spiega il Corriere della Sera:

Per questo i magistrati, coordinati dal procuratore aggiunto Alberto Nobili, sono sempre più convinti dell’accusa di omicidio volontario per la quale Francesco Sicignano è indagato a piede libero. La certezza nella ricostruzione arriverà soltanto tra una settimana quando sarà eseguita l’autopsia sul corpo del 22enne albanese freddato durante il tentativo di furto di via Cagnola. Ma la differenza d’altezza tra il foro d’entrata al petto e quello d’uscita sulla schiena lascia pochi dubbi.
Il proiettile ha descritto una traiettoria dall’alto in basso. Chi ha sparato lo ha fatto da una posizione sopraelevata e da qui la domanda del magistrato durante l’interrogatorio. Il ragazzo è stato colpito al cuore e per questo, secondo gli inquirenti, la morte è stata istantanea senza neppure il tempo di trascinarsi fuori dalla casa dei Sicignano. Durante l’interrogatorio il pensionato, assistito dall’avvocato Antonella Pirro, ha detto di non essersi reso conto che la vittima non era armata: «Se lo avessi saputo avrei sparato in aria». Il 22enne, identificato dai carabinieri della compagnia di Vimercate grazie alle impronte digitali, ha precedenti per furto in appartamento e nel 2013 era stato espulso dall’Italia.
Per il momento gli investigatori non hanno diffuso le generalità nella speranza di scoprire il covo della banda. I carabinieri stanno ancora dando la caccia ai due complici. Dalla loro testimonianza potrebbe arrivare l’ultimo tassello per la ricostruzione di quello che — secondo l’accusa — è e resta un omicidio volontario. Tanto che, a norma di legge, nei prossimi giorni potrebbe anche essere richiesta dalla Procura una misura cautelare nei confronti del pensionato.

La legge sulla legittima difesa

Come abbiamo spiegato ieri, secondo l’articolo 52 del codice penale:

La legittima difesa. Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa.
Nei casi previsti dall’articolo 614, primo e secondo comma [ndr: violazione di domicilio], sussiste il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere:
a) la propria o la altrui incolumità:
b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione.
La disposizione di cui al secondo comma si applica anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all’interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale.

Questo significa che ci deve essere sempre proporzione tra la minaccia e l’azione di difesa. È evidente, leggendo il testo, che la legge non prevede assolutamente che si debba “chiedere” al ladro quali siano le proprie intenzioni o verificare, accendendo la luce e facendo domande se l’intruso sia armato o meno. Può accadere infatti che chi si difende commetta l’errore di sentirsi minacciato quando in realtà non è in pericolo, questa eventualità è prevista ed è la cosiddetta legittima difesa putativa che nasce appunto dalla convinzione di trovarsi in pericolo. Potrebbe essere il caso di Sicignano quando dichiara di aver visto un’ombra con qualcosa in mano senza sapere (e non potendo verificare) che in realtà quel qualcosa era solo una torcia elettrica. La discriminante è che il ladro abbia posto in essere atteggiamenti che mettano in pericolo la propria o l’altrui incolumità. È chiaro che al buio non è possibile fare tutti gli accertamenti del caso. Ma è anche evidente che In questo senso infatti la legittima difesa ha lo scopo di tutelare la persona (o le persone) e non la proprietà. Non è possibile, con l’attuale regolamento giuridico sparare ad un ladro disarmato in casa propria solo perché è un ladro, il furto è un reato contro la proprietà e non contro la persona (diverso è il caso della rapina), e l’articolo 52 del CP prevede che si possa intervenire a difesa della proprietà solo quando vi è un pericolo di aggressione (nei confronti della persona). È interessante far notare che il comma b dell’articolo 52 sia stato fatto introdurre nel 2006 proprio su proposta della Lega Nord. L’idea era quella di creare un ulteriore deterrente ai malviventi. Ora quelli della Lega vorrebbero modificare la legge per “ammorbidire” la definizione di legittima difesa e creare un nuovo deterrente. In attesa che la legge venga modificata, per adesso funziona così. Per questo Renzi ha ragione.

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