La battutaccia sessista di Feltri sullo stupro di Genovese e l’eiaculazione precoce

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2021-10-15

Il direttore editoriale di Libero e neo-eletto consigliere comunale a Milano con Fratelli d’Italia Vittorio Feltri, ha pubblicato – e poi cancellato – un tweet scabroso che ironizza sul processo per stupro a carico di Alberto Genovese

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Avrebbe potuto fermarsi al punto. “Siamo d’accordo, bisogna condannare Genovese se ha stuprato”. Invece Vittorio Feltri, neo eletto consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Milano, non ha resistito e ha voluto aggiungere una chiosa a suo modo di vedere “simpatica” al suo tweet. “Però – ha scritto il direttore editoriale di Libero – un pizzico di ammirazione egli lo merita: ha scopato una ragazza per 20 ore. Il mio record è 6 minuti lordi”.

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Resosi conto della mostruosità appena pubblicata, in circa mezz’ora ha fatto sparire il messaggio pubblicandone uno nuovo dal tono polemico: “Il senso dell’umorismo medio su Twitter è pari a quello di una lumaca bollita”. Peccato che la sua uscita sessista con il senso dell’umorismo non abbia davvero nulla a che vedere. E non soltanto perché è fuori tempo, visto che il caso Genovese sta seguendo il suo corso giudiziario ed è uscito – per il momento – dagli argomenti del dibattito pubblico. A meno che non si voglia considerare “notizia” la richiesta di rinvio a giudizio depositata dalla Procura di Milano alla giudice per l’udienza preliminare Chiara Valori. Ma anche, e soprattutto, perché non farebbe ridere neanche il più cinico degli stupratori.

Secondo l’accusa, Genovese ha tenuto prigioniera quella ragazza per 26 ore, forzandola ad avere rapporti sessuali con lui, cosa che la ha portata a ricevere 28 giorni di prognosi dopo la visita in ospedale. Se Feltri pensava che la battuta fosse così sagace, se credeva che il problema non fosse ciò che ha scritto ma il fatto che gli utenti di Twitter non la capissero, come mai l’ha fatta sparire immediatamente? Un pensiero che sarebbe da condannare a prescindere, ma che diventa ancora più grave se a condividerlo è una figura in vista, come un direttore di un giornale, adesso entrato nelle istituzioni di uno dei Comuni più importanti d’Italia.

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