Politica

Il Fatto e Conte che dovrebbe fare come Berlusconi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-25

Il quotidiano di Travaglio traccia una traiettoria per le dimissioni di Siri. Prendendo esempio dal caso Sgarbi-Urbani di qualche anno fa

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Paola Zanca oggi sul Fatto racconta uno scenario molto interessante sulle dimissioni mancate di Armando Siri, il quale rimane ancora sottosegretario ai trasporti nonostante Toninelli gli abbia tolto le deleghe.

Conte ha intenzione di “invitare Siri a dimettersi”: proverà a farlo ragionare, spiegandogli l’opportunità politica del gesto. Difficile che il sottosegretario acconsenta, protetto com’è dal ministro dell’Interno. Le intenzioni però non cambiano: Siri se ne deve andare. A palazzo Chigi hanno già studiato il precedente: porta il nome di Vittorio Sgarbi, che nel 2002 venne “licenziato”dal governo Berlusconi.

All’epoca, il critico d’arte era sottosegretario ai Beni Culturali e entrò in aperto contrasto con il suo ministro, Giuliano Urbani, sull’ipotesi di mettere in vendita beni del patrimonio demaniale. Prima Urbani gli revocò le deleghe – come ha fatto ora il ministro Danilo Toninelli con Siri –poi, visto che Sgarbi non se ne andava, un apposito consiglio dei ministri votò la revoca del suo incarico, su proposta del presidente Berlusconi che glielo aveva conferito.

Lo scenario si completa con il voto del CDM:

Allora il voto fu unanime. Oggi un’analoga iniziativa di Conte incontrerebbe certamente l’ostilità dei colleghi di governo leghisti, comunque in minoranza nell’esecutivo. Un gesto estremo, a cui Conte spera di nondover arrivare. “Ma iodi Siri non mi fido più”, è il senso delle riflessioni che il premier sta facendo in queste ore, consapevole che “q uel l’emenda mento non era nella sua area di co mp et enz a”e“non è detto che sia stato fatto nell’interesse generale”. Qualcosa si è rotto. Forse è solo l’inizio.

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