Fase 2: il lockdown soft del Veneto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-14

Nella Regione di Zaia si potrà passeggiare senza limite dei 200 metri e fare festa in giardino il 25 aprile ma niente riaperture di fabbriche e negozi

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Mentre il governo riapre cartolerie e librerie il Veneto vara il lockdown soft. Il governatore Luca Zaia dice che nell’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 un’azienda su due dalle sue parti ha riaperto e va da sé in fase 2. Racconta oggi La Stampa:

L’iniziativa, non vista di buon occhio a Palazzo Chigi, accoglie parzialmente il contenuto dell’ultimo decreto Conte, ma con qualche modifica più accomandante: Zaia apre alla possibilità di muoversi in “prossimità” della propria abitazione, non per forza entro 200 metri come prevede la vecchia ordinanza regionale in vigore. Via libera alla corsetta fuori casa, dunque: purché da soli e a due metri da ogni altra persona.

«Sì, l’attività motoria si potrà fare ma usando il buonsenso, bisognerà rimanere in “prossimità” della propria abitazione, non correre a quattro-cinque chilometri. Il mio è un grande atto di fiducia verso i veneti», spiega il governatore. La fase 2 del Veneto, se di fase 2 si può già parlare, prevede però che per uscire di casa sia necessario avere la mascherina o «ogni altro dispositivo» per la copertura di naso e bocca, nonché guanti o gel o altre soluzioni igienizzanti.

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Fase 2: il lockdown soft della Regione Veneto (La Stampa, 14 aprile 2020)

Fa discutere, poi, la presenza dell’ordinanza di un’intera voce dedicata alle prossime festività. «Per il 25 aprile e il Primo Maggio – ha specificato Zaia – saranno consentiti picnic e grigliate all’aperto ma solo nel giardino di casa e solo col proprio nucleo famigliare». In pratica una famiglia che ha la fortuna di avere a disposizione un giardino può fare il barbecue all’aperto. Ma nei supermercati la distanza viene portata da 1 a 2 metri:

Il governatore, del resto, non ha potuto autorizzare in prima persona l’apertura di fabbriche e negozi («sono poteri in mano al governo», ha precisato»). «L’importante è che in tutte le attività che apriranno sia garantita la sicurezza con mascherine, misurazione della temperatura e prodotti per le mani». La necessità, individuata da Zaia, è quella di trovare un difficile equilibrio tra tutela della salute pubblica e bisogno di far ripartire l’economia. Anche perché, secondo l’osservatorio di Veneto Lavoro, sono circa 35-40 mila i posti di lavoro dipendente andati persi a un mese e mezzo dall’inizio dell’emergenza.

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