Opinioni
Fase 2: tutti i motivi per cui abbiamo ragione di arrabbiarci
di Vincenzo Vespri
Pubblicato il 2020-04-27
Il Premier Conte nel corso del sua usuale lunga diretta TV a reti unificate ha annunciato la Fase 2 e ha invitato i cittadini a non lasciarsi prendere dalla rabbia e recriminazioni ma andare avanti senza fermarsi. Non sono d’accordo. Troppe cose non sono andate bene. La pandemia potrebbe essere l’occasione per riflettere come cambiare […]
Il Premier Conte nel corso del sua usuale lunga diretta TV a reti unificate ha annunciato la Fase 2 e ha invitato i cittadini a non lasciarsi prendere dalla rabbia e recriminazioni ma andare avanti senza fermarsi. Non sono d’accordo. Troppe cose non sono andate bene. La pandemia potrebbe essere l’occasione per riflettere come cambiare il Bel Paese.
Ad esempio, c’è stato un episodio in questa pandemia che mi ha rammentato un aneddoto matematico. Non so se sia vero, ma è verosimile e me l’hanno raccontato quando ero studente. Uno dei più grandi matematici Italiani dell’inizio del secolo scorso, Giuseppe Vitali, trascorse molti anni fuori dall’accademia per invidie baronali (i baroni esistevano anche allora!) e solo a 48 anni diventò professore universitario. Lebesgue, accademico di Francia, fu invitato a tenere una conferenza per un convegno organizzato dai matematici Italiani. Arrivato al convegno chiese dove fosse Vitali. Alla risposta che non poteva esserci perché non era un prof universitario, Lebesgue rispose che l’Italia era un grande paese se poteva permettersi di tenere una mente come quella di Vitali ad insegnare al Liceo.
Ecco, in questi giorni, quando ho visto che, per “snidare” chi prendeva il sole da solo sulla spiaggia, sono stati usati elicotteri, imbarcazioni della Guardia Costiera e droni, mi è venuta la voglia di ripetere la battuta sarcastica di Lebesgue. Che grande paese è l’Italia che usa tutto questo sproposito di mezzi per sconfiggere un crimine del tutto trascurabile. Peccato che, proprio in questi giorni, gli spacciatori abbiano continuato tranquillamente a delinquere e nelle stesse Regioni dove hanno represso gli incauti bagnanti, le mafie continuino ad agire indisturbate. Insomma un potere che, almeno a prima vista, appare vergognosamente arrogante e violento con i cittadini per bene e troppo accondiscendente verso i criminali veri. In questa ottica mi viene in mente che all’inizio del lockdown ci sono state rivolte nei carceri con tanto di morti. Poi improvvisamente le rivolte sono terminate e, adesso, assistiamo alla scarcerazione di vari boss mafiosi. Pura coincidenza? Può essere, ma sarebbe opportuno che questa pandemia determinasse un nuovo rapporto fra noi e lo stato: non dovremmo essere più considerati sudditi da calpestare ma invece cittadini con dei diritti inviolabili. Per esempio anche il diritto di fare domande scomode al Premier come quella di spiegare la scarcerazione dei mafiosi.
L’altra cosa su cui si deve riflettere e la mancanza totale di logistica ed organizzazione. Abbiamo perso almeno un mese cruciale all’inizio per le continue “baruffe” fra Conte e Renzi, la Consip non è riuscita a fare appalti per procurare al popolo italiano le mascherine, non si è riusciti a proteggere il personale sanitario che ha, conseguentemente, contagiato ed ucciso i malati negli ospedali e gli anziani nelle case di cura. E’ chiedere troppo pretendere un po’ di organizzazione? A che serve altrimenti la Protezione Civile? Inoltre è possibile che non sappiamo servirci di analisi statistiche? Dai dati dello stato di New York risulterebbe che per apparire in modo visibile il contagio deve essersi infettato almeno il 20% della popolazione. Sembrerebbe che il virus, nel corpo umano, cresca esponenzialmente e solo quando arrivi a una certa carica virale diventi pericoloso. Più però si partirebbe da una piccola dose virale e più il tempo per arrivare alla carica virale critica diventerebbe lungo e più si darebbe tempo al sistema immunitario d’intervenire. La funzione esponenziale, per valori negativi, è infatti estremamente appiattita ed esplode solo per valori positivi. Quindi la malattia, per manifestarsi in tutta la sua cattiveria, richiederebbe che una certa percentuale della popolazione si sia già infettata. Infatti un incontro con un contagiato leggero non sarebbe pericoloso, ma se s’incontrassero 50 contagiati leggeri la carica virale assunta sarebbe 50 volte più forte, il tempo dato al sistema immunitario per reagire molto minore e la malattia avrebbe così il tempo per manifestarsi. Inoltre un malato che ha una maggiore carica virale trasmetterebbe una carica virale molto più forte alle persone da lui contagiate. Si avrebbe così l’inizio di una reazione a catena che renderebbe questa malattia, di per sé abbastanza innocua, una malattia con alta letalità. Se così fosse, il lockdown così rigido imposto agli Italiani sarebbe stato del tutto inutile. Inoltre in Lombardia sarebbe partito troppo tardi (dopo che il virus aveva già raggiunto la massa critica di contagiati per far partire la reazione a catena) e al Sud troppo presto (prima che il virus arrivasse). Quindi adesso la Lombardia avrebbe già raggiunto l’effetto gregge mentre il Sud sarebbe ancora a rischio di contagio. Sarà così? Senza test statistici non lo possiamo sapere e quindi saremo costretti, anche nei prossimi giorni, a continuare a prendere decisioni a caso. Un po’ di più di sana mentalità scientifica non farebbe male al nostro paese.
Infine pensiamo all’App Immuni. E’ mancata completamente la comunicazione. Adesso Conte non la cita neanche nel suo discorso fiume. A che è servita la gara? A che è servito il comitato di 74 (sic) esperti? Nessuna spiegazione all’orizzonte. Eppure varie cose da chiedere ci sarebbero. Da quello che ho capito ci sono due approcci: quello centralizzato e quello decentralizzato. Quello decentralizzato sarebbe meno performante di quello centralizzato ma offrirebbe intrinsecamente maggiore privacy, e sarebbe più resiliente ad eventuali attacchi. Apple e Google, in un comunicato congiunto, hanno annunciato lo sviluppo di un Framework completo per la gestione del Contact Tracing, basato su una totale decentralizzazione ed orientato al massimo rispetto della privacy. Intanto il comitato dei 74 esperti ha scelto l’azienda milanese Bending Spoons per produrre l’applicazione nazionale di Contact Tracing. Per ora se ne conosce il nome, “Immuni”, e si sa che farà uso del Bluetooth e che probabilmente aderirà al consorzio europeo PEPP-PT con modalità centralizzata. Ma nulla è certo. Dal suo sito Internet, si può inoltre dedurre che l’azienda è specializzata nello sviluppo di App per lo yoga ed il fitness indoor. Ma dai documenti e dal sito dell’azienda non ho trovato risposta a due criticità che mi sembrerebbero evidenti. La prima è che la loro App non solo non si basa sul Framework di Apple e Google ma non si sa neppure se mai lo sarà. La seconda è che potrebbe avere dei requisiti aggiuntivi richiesti dal committente. Tra questi ci potrebbe perfino essere l’approccio centralizzato con la privacy degli Italiani che va a farsi benedire. Possibile che il governo non ci consideri degni di avere le necessarie informazioni tecniche su uno strumento tecnologico che potrebbe influenzare la nostra vita? Quando mai diventeremo un paese normale?