EURussia: un futuro possibile?

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2018-11-27

Ero stato a Mosca 25 anni fa. La Russia stava subendo le conseguenze della sconfitta nella Guerra Fredda. Pochi avrebbero scommesso che si sarebbe potuta riprendere da una disfatta di quelle proporzioni. Mi ricordo sui marciapiedi lunghe file di pensionati che cercavano di vendere le loro misere cose per racimolare qualcosa da mangiare come pure …

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Ero stato a Mosca 25 anni fa. La Russia stava subendo le conseguenze della sconfitta nella Guerra Fredda. Pochi avrebbero scommesso che si sarebbe potuta riprendere da una disfatta di quelle proporzioni. Mi ricordo sui marciapiedi lunghe file di pensionati che cercavano di vendere le loro misere cose per racimolare qualcosa da mangiare come pure mi ricordo di belle ragazze, manifestamente con un altissimo livello d’istruzione, che si erano trovate improvvisamente senza lavoro ed erano costrette a vendere il proprio corpo. C’erano solo due cose che davano speranza di un futuro migliore. La prima era lo spirito orgoglioso del popolo. Mi ricordo ancora che i poveri pensionati volevano vendere la loro merce ma non accettavano l’elemosina: si sentivano offesi se non prendevo la loro merce e mi davano indietro i soldi, pur così importanti per loro. La seconda cosa era la forza delle donne russe, il vero motore del paese. All’apparenza sembrano inoffensive stangone bionde, molto attente alla moda e al loro aspetto provocante, ma quando uno si rende conto della loro determinazione rimane stupefatto. D’altra parte le donne russe combatterono al fronte, come i maschi, sia durante la I Guerra Mondiale (i famosi battaglioni femminili della morte) che la II Guerra Mondiale (ad esempio l’altrettanto nota squadriglia aerea delle Streghe della Notte).

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Arrivando a Mosca l’altro giorno ho trovato una città trasformata, moderna e ricca. L’aeroporto è efficiente e rinnovato. Ai controlli dei passaporti, invece di soldati con i colbacchi come 25 anni fa, ho trovato una bella ragazza sorridente con lunghe unghie colorate di blu e molto ben curate. Andando verso l’Hotel ho trovato strade intasate di SUV, negozi sfavillanti, una skyline di grattacieli che fa da corona ai 7 grattacieli-castello gemelli voluti da Stalin per dare il senso di potenza del regime sovietico, tutto è pensato per rendere efficiente ed accogliente la città al visitatore. Tutti gli esercenti utilizzano la carta di credito, la rete delle metropolitane e del servizio pubblico è efficientissima. Fra le tante cose, mi ha anche colpito una caratteristica: come è cambiato il modo di camminare dei Moscoviti. In ”L’attimo fuggente” il mitico professore Keating fa capire ai suoi studenti quanto si può capire di una persona dal modo di camminare. Basta passeggiare nel corridoio della metropolitana a Roma e Milano per intuire la differenza della weltenschaung di queste due popolazioni: i Milanesi corrono per i corridoi per raggiungere il prima possibile la metropolitana, i Romani la prendono molto più con calma. I moscoviti di 25 anni fa erano simili ai Romani, mentre quelli di adesso sono frenetici nevrotici come i milanesi o i NewYorkers.

La cultura americana è presente, fortemente presente, specialmente nella musica. Ma si capisce che, non avendo perso ufficialmente nessuna guerra, non sono stati costretti a vendere l’anima al vincitore come abbiamo dovuto fare noi. Insomma un paese ricco, che si sta riorganizzando dalla fine traumatica della Guerra Fredda conservando l’ossatura dello stato. L’unica cosa che non hanno è una economia che “pesi” a livello mondiale. Di fronte alla Cina e agli USA (ma anche di fronte all’India) son pesi piuma e in questo mondo globalizzato, la dimensione dell’economia è un fattore cruciale nello scacchiere mondiale. Viceversa il vicino occidentale, la Comunità Europea, è un gigante economico ma una pulce nei campi dove la Russia giganteggia (peso militare e geopolitico). Soprattutto adesso che c’è stata la Brexit e l’UK non fa parte più della UE, un “matrimonio” fra Russia e la UE senza UK, porterebbe grandi vantaggi ad entrambi proprio per la loro complementarietà. Questo matrimonio era stato ostacolato, nel corso dei secoli, dall’Inghilterra prima e dagli USA poi. Ma adesso abbiamo l’UK fuori dalla UE e gli USA che hanno abbracciato una politica isolazionista con Trump. Chissà se il futuro prossimo non preveda un polo Russo-Europeo come una delle superpotenze del futuro. Perché ciò accada moltissimo deve cambiare: la politica russa dovrebbe essere molto meno muscolosa e quindi dovrebbe abbandonare questa linea così aggressiva verso l’Occidente e l’Europa dovrebbe sia dotarsi, finalmente, di una politica estera comune e sia dovrebbe essere capace di mediare per contenere a livello razionale i sentimenti russo-fobici degli Europei dell’Est . Ma come dicevo prima, questo matrimonio (o fidanzamento), di fronte ad un’America isolazionista e protezionista ed ad una Cina orgogliosamente aggressiva, potrebbe rivelarsi nell’interesse sia della Russia (probabilmente de-putinizzata, nel senso che per superare le reciproche diffidenza sarà necessario che nuovi politici calchino le scene) che della UE (de-britannizzata nel senso che lo shock della secessione dall’Europa dell’Inghilterra non solo sia assorbito ma anche razionalmente analizzato al fine di valutare appieno le nuove possibilità che si aprono). Insomma l’EURussia è ancora lontana ma va considerata almeno come scenario futuribile.

 

Foto di copertina via Instagram

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