Enrico Stefano e la nuova inchiesta su ATAC

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-08-04

Dopo un esposto di due parlamentari la procura apre un’inchiesta, assegnata al pm Giorgio Orano. Nell’esposto si chiede ai magistrati di «verificare quali e quanti accessi abbiano avuto i rappresentanti della società in Campidoglio nell’ultimo anno»

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Il presidente della commissione trasporti del Campidoglio Enrico Stèfano potrebbe essere uno dei primi ad essere sentito dalla procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta aperta sul caso ATAC, notizia anticipata oggi dal Messaggero, in seguito ad un esposto di Andrea Augello e Vincenzo Piso, di ‘Idea’. Il fascicolo è privo di ipotesi di reato e senza indagati. Nell’atto depositato in procura i due esponenti politici chiedono di fare luce sulle dichiarazioni dell’ex dg Bruno Rota in merito a presunte segnalazioni indebite ricevute da Stèfano per promozioni. Gli accertamenti entreranno nel vivo a settembre. Scrive oggi il quotidiano:

La procura ha aperto un fascicolo sull’Atac dopo l’esposto presentato dai parlamentari Andrea Augello e Vincenzo Piso, di Idea,che hanno chiesto agli inquirenti di approfondire i rapporti tra il Movimento 5 Stelle e la società “Conduent”, di cui ha parlato l’ex direttore generale dell’Atac, Bruno Rota.
L’azienda sarebbe stata segnalata all’allora dg dal consigliere Enrico Stefàno, per un appalto sulla bigliettazione elettronica. Dopo le polemiche, Stefàno ha pubblicato su Facebook il messaggio scambiato con il manager il 12 maggio: «Ho visto i rappresentanti di Conduent, mi hanno mostrato le loro proposte per un nuovo sistema di bigliettazione. Io non sono un tecnico, ma sicuramente l’attuale sistema di Atac è a dir poco obsoleto. Quando ci vediamo possiamo approfondire il tema».

L’inchiesta, scrive il quotidiano, è stata assegnata al pm Giorgio Orano. Nell’esposto si chiede ai magistratidi «verificare quali e quanti accessi abbiano avuto i rappresentanti della società in Campidoglio nell’ultimo anno».
bruno rota attacco m5s
Rota nei giorni scorsi era tornato all’attacco del M5S Roma su Facebook e con una telefonata a In Onda sostenendo che il messaggio pubblicato “è sufficiente a dimostrare che dicevo bene nel riferire del suo interesse alle soluzioni della società Conduent Italia che si occupa di bigliettazione. Rimasi a suo tempo stupito e continuo a ritenere assai anomale che un consigliere comunale incontri potenziali fornitori delle aziende comunali. L’ho sempre ritenuto, lo continuo a ritenere ora e non solo perché Stefàno milita nel M5S. Comunque se è lecito pubblicare sms, messaggi, mail… ritengo si possa fare per tutti. Anche per le cariche istituzionali. Allora presto ci divertiremo davvero tanto. Anche prima di vederci in tribunale”.

Leggi sull’argomento: Bruno Rota torna all’attacco di Enrico Stefàno e del M5S Roma

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