Opinioni
Enrico Stefàno pubblica su Facebook il messaggio a Bruno Rota
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-07-30
Dopo giorni di polemiche, Enrico Stefàno pubblica su Facebook il messaggio che ha inviato a Bruno Rota e che aveva causato un botta-e-risposta piuttosto violento con l’ex direttore generale di ATAC un paio di giorni fa. Stefàno precisa in merito: La trasparenza è uno dei valori a cui tengo di più. Non nascondo che in […]
Dopo giorni di polemiche, Enrico Stefàno pubblica su Facebook il messaggio che ha inviato a Bruno Rota e che aveva causato un botta-e-risposta piuttosto violento con l’ex direttore generale di ATAC un paio di giorni fa. Stefàno precisa in merito:
La trasparenza è uno dei valori a cui tengo di più. Non nascondo che in questi giorni mi sono sentito profondamente ferito per tutto ciò che è stato detto. Alle pesanti illazioni ho già risposto per le vie legali presentando una querela. Ora vorrei fosse fatta ancor più chiarezza.
Questo è il messaggio che ho inviato all’ex dg di Atac Bruno Rota. Lo voglio pubblicare qui su Facebook perché non ho nulla da nascondere. Nessun scheletro nell’armadio. E non credo ci sia molto da aggiungere, valutate voi. Certo è che non si tratta assolutamente di una raccomandazione o di una richiesta per favorire qualcuno.
Vorrebbero farci sembrare uguali ai partiti, noi facciamo tutto in trasparenza: chi ci accusa vada a denunciare invece di perdersi in chiacchiere sui giornali.
Dopo le interviste rilasciate a Corriere e Fatto in cui aveva chiaramente evidenziato un malessere nella gestione di ATAC e prefigurato il suo addio, Bruno Rota era stato attaccato da Stefano, che lo aveva accusato di parlare e di non fare e si era lamentato del fatto che Rota avesse parlato con i giornali. Il DG in un commento in risposta a Stefàno aveva chiamato in causa presunte “raccomandazioni” da parte di Stefàno:
Il consigliere e presidente della Commissione Mobilità non aveva risposto fino all’annuncio dell’addio ad ATAC di Rota. Poi Stefàno aveva invitato Rota a scusarsi sostenendo di non aver fatto nulla:
Né io né i miei colleghi, per quanto mi consta, abbiamo mai sollecitato promozioni, chiesto assunzioni o spostamenti, proposto collaborazioni.
Chi mi conosce, chi lavora con me, sa che ho sempre e solo esercitato i poteri di indirizzo del socio unico attraverso la commissione che presiedo. In massima trasparenza e onestà. Alla luce del sole.
Ora, nel messaggio che Stefàno ha pubblicato, si evince che il consigliere ha effettivamente visto due rappresentanti di Conduent, come aveva raccontato Rota, e chiedeva di parlare con il D G di un nuovo sistema di bigliettazione per ATAC. Non sappiamo se questo sia, in effetti, “esercitare i poteri di indirizzo del Comune attraverso la commissione” che Stefàno presiede. Di certo sta dicendo che l’argomento bigliettazione, dopo il suo incontro con la società, diventerà argomento di conversazione con Rota. Nelle interviste rilasciate dopo il suo addio all’azienda, Rota aveva sostenuto: «Forse dovrebbe spiegare lui qualcosa dell’azienda che ho nominato. E l’ho fatto perché lui stesso citava il sistema di bigliettazione. Ecco,magari dovrebbe spiegare perché riceve le imprese che fanno forniture in azienda». Al Messaggero, in particolare, Rota ha detto:
Ieri Stefano ha negato queste pressioni e ha detto che lei dovrebbe scusarsi.
«A Stefano converrebbe continuare a stare zitto, faccia silenzio. Deve piantarla lì. Perché sennò…».
Sennò? Di che appalti le avrebbe parlato?
«A me per un mese ha chiesto come mai non mi occupassi della bigliettazione. Ma lo sappiamo bene perché rompe le scatole sulla bigliettazione. La domanda dovreste farla voi: è normale che un politico tenga rapporti con società di bigliettazione?».
Ce lo dica lei.
«Guardi, si potrebbero incrociare anche alcune sue curiosissime affermazioni, per esempio sui nuovi bus a metano… Con tempistiche, diciamo,curiose».
Quali giovani avrebbe voluto promuovere il presidente M5S della Commissione Mobilità?
«I nomi sono i soliti. Ma io non ho fatto nessuna promozione e non ho allontanato nessuno, perché queste cose nelle aziende dove sono stato non succedono. Non ho mai avuto la tessera di nessun partito, ho sempre solo fatto il manager. Lo sanno tutti».