Politica
Enrico Rossi torna nel PD all’insaputa di Zingaretti
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-05-19
Repubblica segnala anche a Rossi che tra un anno scade il suo mandato di governatore. Ma lui dice che non vuole tornare per cercare posti
Enrico Rossi torna nel Partito Democratico. Dopo l’appoggio a MDP e il fallimento elettorale, il governatore della Toscana annuncia mentre manca un anno alla scadenza del suo mandato in un’intervista a Repubblica che dopo le elezioni tornerà a chiedere l’iscrizione al PD e su Zingaretti precisa: «No, non mi sono consultato con lui prima di decidere questo passo». Il colloquio con Fabio Galati:
Nessun contatto diplomatico con gli attuali vertici democratici?
«Credo che la politica delle diplomazie appartenga al secolo scorso. È la politica in cui si decide dove si spartiscono i posti. Penso semplicemente che ci siano le condizioni per rientrare dopo le elezioni. E lo dico prima, perché non si pensi che dipenda dal risultato delle urne. Ritengo di poter dare il mio contributo all’opera di Zingaretti, che, lo ha detto anche Renzi, ha avuto il grande merito di riaprire, tenere insieme».A proposito di Renzi: con lui ci fu uno scontro sui tempi del congresso e lei decise di lasciare il Pd.
«Non voglio polemizzare. Il problema non era Renzi in quanto Renzi. Il problema erano le politiche del Pd. Da Renzi mi hanno sempre diviso tante cose, ma ci siamo sempre rispettati. In quel momento uscire dal Pd mi sembrò la cosa giusta da fare. Poi i risultati elettorali hanno dimostrato che invece io e gli altri abbiamo sbagliato. L’uscita dal Pd è stata un tentativo generoso, ma è fallito. L’idea che con la scissione si potesse recuperare coloro che protestavano per le politiche del Pd votando Cinque Stelle o addirittura Lega non ha funzionato».Che cosa vuole ritrovare nel Pd?
«È il momento di discutere di programmi, ma senza rancori e senza polemiche. Noi abbiamo avuto una grande eredità dai nostri padri politici. Antonio Gramsci lo chiamava “il nido”, cioè l’organizzazione, il partito vero sul territorio. Ci siamo illusi che in modo intellettualistico questa eredità si
potesse riprodurre immediatamente all’esterno nel momento in cui ce ne andavamo. Ma non funziona così: per costruire un nido ci vogliono anni. Vince chi ha una struttura. Chi è davanti alle fabbriche, alle scuole, chi ascolta i malumori sulla sanità».Lei ora torna nel “nido”. Ma due mesi fa, quando annunciò che avrebbe appoggiato le liste del Pd alle amministrative, dall’ala renziana del partito partì un altolà. Come pensa che sarà accolto?
«Come vogliono. L’importante è che non ci siano aggressioni. Da parte mia non ce ne saranno. È meglio subire un’aggressione pur di riunire la sinistra piuttosto che rispondere con aggressività».
L’intervistatore segnala anche a Rossi che tra un anno scade il suo mandato di governatore. Ma lui dice che non vuole tornare per cercare posti.
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