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Elezioni politiche 2018, cosa succede se vincono tutti?
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-01-31
Dalle urne potrebbe uscire un risultato che accontenta in qualche modo i tre grandi schieramenti in campo (centrodestra, centrosinistra, MoVimento 5 Stelle). Vediamo in che modo
E se le elezioni le vincessero tutti? Marco Galluzzo sul Corriere della Sera si fa una domanda non peregrina su quello che potrebbe accadere il 4 marzo, ovvero che dalle urne esca, grazie al Rosatellum, un risultato che accontenta in qualche modo i tre grandi schieramenti in campo (centrodestra, centrosinistra, MoVimento 5 Stelle). Un risultato plausibile, anche se non molto probabile, in cui il centrodestra è la prima coalizione del Paese, il Movimento 5 Stelle è il partito con più voti e infine il Pd è il partito con più parlamentari. La simulazione del voto alla Camera con il Rosatellum fatta da IPSOS su dati del 10-11 gennaio aiuta a descrivere questo scenario in cui a giovare di più sarebbe il partito di Renzi, dato come vittima sacrificale di questa tornata elettorale:
Nel Pd, fra i collaboratori di Matteo Renzi, è una tesi che autorizza un pizzico di orgoglio eventuale per la trovata tecnico-elettorale, e che permette di difendersi dalle critiche recenti: «Il Rosatellum, vedrete,ci darà una mano, non abbiamo sbagliato una virgola». La parola magica è bonus: i piccoli movimenti coalizzati nel centrosinistra (la lista +Europa,Civica Popolare e Insieme) possono costituire un grosso bonus, che può andare dal 4 al 6%, per il solo Pd.
Mentre nel centrodestra c’e di fatto solo un piccolo alleato, Noi con l’Italia, che se finisse fra l’1 e il 3%, in base alla legge, porterebbe voti sia a Salvini che a Berlusconi, oltre che al partito di Giorgia Meloni. In sintesi: il Pd ha una sorta di gratta e vinci che il 5 marzo potrebbe anche consentirgli di finire intorno al 30% e persino superare quota 200 seggi alla Camera. Sarebbe forse una magra consolazione, ma forse anche no. Se per caso dovesse nascere un governo di coalizione, e se il Pd ne facesse parte, sarebbe il partito che dà le carte. E visto che la legge è omogenea per Camera e Senato la stessa cosa potrebbe succedere a Palazzo Madama.
Lo scenario sarebbe da incubo per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e da sogno per i contendenti che potrebbero dire ciascuno di aver ottenuto un buon risultato (e sarà difficile per Emiliano “indurre Renzi a lasciare la segreteria” del PD). Soprattutto: ricalcherebbe quello che succedeva la notte delle elezioni all’epoca del pentapartito, quando ciascun leader si presentava in tv per dire che aveva vinto: la sospirata Terza Repubblica verrebbe di colpo sostituita dalla Prima. Il giorno dopo poi toccherebbe mettersi d’accordo per fare un governo. Ma quella sarebbe un’altra storia.
Copertina vignetta da: Fotomontaggi Politici su FB