Opinioni
Elena Cattaneo, Stop Vivisection e il Medioevo della scienza
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2015-06-04
“La notizia dello stop europeo all’iniziativa “stop vivisection” dà il senso dell’irragionevolezza di una richiesta di blocco della sperimentazione animale che avrebbe fatto precipitare l’Europa in un Medioevo scientifico”. Lo afferma in una nota la Senatrice a vita e Professoressa dell’Università di Milano, Elena Cattaneo, commentando la risposta della Commissione europea all’iniziativa popolare ‘Stop vivisection’. […]
“La notizia dello stop europeo all’iniziativa “stop vivisection” dà il senso dell’irragionevolezza di una richiesta di blocco della sperimentazione animale che avrebbe fatto precipitare l’Europa in un Medioevo scientifico”. Lo afferma in una nota la Senatrice a vita e Professoressa dell’Università di Milano, Elena Cattaneo, commentando la risposta della Commissione europea all’iniziativa popolare ‘Stop vivisection’.
“Dopo anni di discussione, l’Unione europea si è dotata di una ragionevole direttiva, la numero 63 del 2010, nella cui stesura sono state coinvolte tutte le parti interessate, che ben regola la sperimentazione animale e valorizza anche i metodi complementari. Purtroppo l’Italia ha posto ulteriori limitazioni che, a partire dal mese di gennaio 2017, potrebbero relegare il Paese a una ricerca di “serie B” perché obbligata a competere con i ricercatori europei e del resto del mondo con le mani legate dietro la schiena, negando di fatto la possibilità di contribuire al massimo delle nostre possibilità allo sviluppo della scienza e della medicina in ambito animale e umano. Nel mio laboratorio studiamo la Corea di Huntington, una malattia neurologica ereditaria che colpisce i circuiti cerebrali. Non potremmo avere compreso ciò che sappiamo della malattia o del gene responsabile senza la sperimentazione animale. Non si potrebbero ora avviare le prime sperimentazioni cliniche nell’uomo con gli RNA interferenti mirati a spegnere il gene-malattia – per citare una delle tante strade sotto esame – senza averli prima sperimentati su animali di piccola e grossa taglia. Nessuna agenzia regolatoria o comitato etico avrebbe dato parere favorevole all’impiego di queste e di altre innovazioni sull’uomo. I risultati diranno del loro valore. Certamente “l’iniezione degli RNA interferenti in un computer o in una cellula in vitro” non avrebbe detto nulla circa il loro potenziale in vivo in quanto ad efficacia, stabilità, distribuzione, tossicità, localizzazione intra ed extracerebrale. Che siano trattamenti a base di geni o cellule, la Food and Drug Administration richiede espressamente un numero definito di esperimenti condotti su animali e relative misurazioni e risultati, prima di procedere alle autorizzazioni alla sperimentazione umana. Il tempo corre veloce – conclude Cattaneo – ed è opportuno che la scienza e la politica si mobilitino per cambiare le prospettive di ricerca del Paese”.