E se i soldi per il reddito di cittadinanza non bastano?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-06

Il dossier del servizio Bilancio del Senato sul reddito di cittadinanza dice che l’ampiezza della platea di famiglie potrebbe essere stata sottostimata

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Qualche dubbio di sottostima della platea di famiglie beneficiarie effettive del reddito di cittadinanza contenuta nella relazione tecnica del Dl su reddito e pensioni emerge dal dossier del servizio Bilancio del Senato sul provvedimento, in particolare per quanto riguarda il raffronto con i dati di consuntivo della spesa per l’erogazione del Rei (il reddito di inclusione). “Non sembra affatto potersi escludere che l’ampiezza della platea di famiglie che, pur trovandosi con un valore dell’Isee inferiore a 9.360 euro, non hanno finora (in assenza di altre significative motivazioni correlate ad altre agevolazioni) presentato la dichiarazione Isee, possa essere considerevole ed essere maggiormente attratta dalla prospettiva di entrate più cospicue e comunque tali da essere percepite convenienti, pur rispetto alla serie di adempimenti e controlli previsti dalla disciplina del Rei prima e del Rdc ora”. E’ quanto rilevano i tecnici in relazione alla riduzione di 30mila nuclei familiari dalla base di partenza (da 1.365.000 a 1.335.000) contenuta nella relazione tecnica del provvedimento che porta anche ad una riduzione della stima di spesa di “circa 180 milioni di euro annui”.

E se i soldi per il reddito di cittadinanza non bastano?

Per i tecnici, inoltre, sulla riduzione della platea effettuata dalla relazione tecnica potrebbe incidere la previsione che “autorizza l’Inps a inviare comunicazioni mirate sul Rdc ai nuclei familiari che a seguito di un’attestazione Isee presentino valori compatibili con quelli richiesti per il Rdc. La ricezione di tale comunicazione potrebbe infatti contribuire ad attivare un maggior numero di nuclei familiari rispetto a quanto sperimentato con il Rei”.

Qualche perplessità emerge anche sulla stima della platea di nuclei beneficiari composti di soli stranieri: “la relazione tecnica utilizza come base di partenza una stima pari al 18% del totale dei nuclei potenzialmente beneficiari e poi effettua una riduzione del 36%, per tenere conto del requisito di residenza richiesto (10 anni). Si osserva che i dati di consuntivo del Rei evidenziano una platea di nuclei beneficiari stranieri dell’11%. Considerato che nella disciplina del Rei non era previsto il requisito della residenza di 10 anni, andrebbero chiarite le ragioni per cui i nuclei stranieri potenzialmente beneficiari, a prescindere dal requisito della residenza, salgono dall’11 al 18%”. Per il servizio Bilancio “ciò potrebbe essere dovuto ai differenti requisiti economici alla base delle due misure; tuttavia, la differenza merita un approfondimento visto che, evidentemente, se la base di partenza fosse più ridotta anche la riduzione per tenere conto del requisito di residenza sarebbe proporzionalmente più contenuta (il 36% dell’11% anziché del 18%), con conseguenti minori risparmi”.

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