Le 18 domande a Salvini e la fuga del deputato M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-06

Tre anni fa Manlio Di Stefano si lamentava perché i giornalisti non facevano le sue 18 domande al leader della Lega. Oggi: “Sì, restano valide. Però adesso sono in riunione…”

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Era il dicembre del 2015 quando il deputato del MoVimento 5 Stelle Manlio Di Stefano pubblicava sulla sua pagina Facebook 18 domande da rivolgere a Matteo Salvini riguardo la Lega Nord e la politica del Carroccio e si lamentava che nessun giornalista gliele ponesse.

1. Perché non vi siete costituiti parte civile nel processo contro il vostro ex-tesoriere Belsito e Bossi per i reati di truffa ai danni dello Stato e riciclaggio dei rimborsi elettorali per oltre 40 milioni di euro?
2. A quanto si apprende dal processo Bossi/Belsito, nonostante sapeste di commettere una continuazione di reato, lei e Maroni, non solo non avete restituito i 40 milioni di euro, ma ne avreste incassati altri 14 direttamente sotto la vostra dirigenza. Pensa di restituire questi soldi rubati al popolo italiano?
3. Che competenze, oltre alla terza media, aveva Franco Bossi, oltre ad essere il fratello di Umberto, per essere assunto come suo collaboratore personale al Parlamento Europeo nel 2004 (ruolo retribuibile fino a 21.000€ al mese)?
4. Dice di avere forte empatia verso i lavoratori in difficoltà e i disoccupati ma, a parte una stagionale esperienza in un fast-food, risulta che lei non abbia mai lavorato vivendo di politica da quando aveva 20 anni. Cosa ne sa di lavoro?
5. Lei etichetta tutti come “Komunisti” ma è stato fondatore e leader dei “Comunisti Padani” rivendicando, nel 2015 a “Che tempo che fa” di sentirsi un “comunista alla vecchia maniera”. Soffre di sdoppiamento della personalità?
6. Circa due anni fa lei ha dichiarato “Basta, basta per sempre! Se Berlusconi corre lo fa senza di noi!”. Non reputa quindi la nuova alleanza con Berlusconi un tradimento dei leghisti?
7. L’odio verso il sud, ostentato addirittura col coro “napoletani colerosi e terromotati” o con la frase “il Sud non merita l’euro, Milano sì” evidentemente vi faceva perdere voti, è per questo che al Sud vi presentate come “Noi con Salvini”, per ingannare i cittadini rinnegando il vostro stesso nome e il progetto federalista?
8. Lei è costantemente in diretta da qualche studio televisivo in Italia ma è pagato lautamente per lavorare come Parlamentare Europeo a Bruxelles e Strasburgo. Ha il dono dell’ubiquità o è semplicemente un assenteista che intasca un lauto stipendio senza lavorare?
9. Dal 1997 alla sua chiusura il vostro giornale di partito “La Padania” è costato agli italiani 61 milioni di euro. Dove sono finiti questi soldi per giustificare una chiusura per fallimento?

manlio di stefano 18 domande salvini

10. Si è dichiarato contrario al matrimonio o alle Unioni Civili per le coppie di fatto, gay o etero che siano nonché sostenitore della famiglia tradizionale. Come spiega allora i due divorzi alle spalle?
11. La sua ex moglie è stata assunta e ha lavorato per 10 anni al comune di Milano, la sua ex compagna assunta alla Regione Lombardia (giunta Maroni). Oltre a diventare sua moglie o sua compagna, esiste un altro modo per lavorare presso gli enti pubblici?
12. Dice spesso che “i barconi vanno respinti” ma anche “Andiamo a far la guerra in Siria”. Dato che, secondo le Nazioni Unite, le guerre sono la prima causa d’immigrazione, non crede che la sua posizione sia un’assurdità?
13. Continua a ripetere che gli immigrati prendano dallo Stato 35€ al giorno, dopo Mafia Capitale anche le pietre sanno che questi soldi non vanno a loro ma a chi li gestisce, italiani. E’ solo ignorante o c’è malafede nel dire il falso?
14. L’immigrazione è la battaglia mediatica per eccellenza della Lega Nord ma, oltre a “respingiamo i barconi” e “prima gli italiani” non esiste una vostra proposta realizzabile o, quantomeno, non ne sono a conoscenza. Me la può spiegare nel dettaglio?
15. Vi definite fortemente nazionalisti e contrari all’Unione Europea, come mai allora il 31 Luglio 2008 avete votato favorevolmente al Trattato di Lisbona?
16. Visto che giustamente va all’attacco sulla questione Banca Etruria, perché non fornisce anche qualche dettaglio e magari le scuse sul fallimento di Credieuronord, la banca della Lega? Quale fu l’accordo con Silvio Berlusconi?
17. Fate della lotta ai privilegi una vostra arma politica, come mai allora l’8 Gennaio 2014 avete votato contro alla nostra mozione per bloccare per sempre le famose “Pensioni d’Oro”?
18. Recentemente si è recato a Rozzano per manifestare il suo attaccamento alla tradizione del Natale dicendo che avrebbe preso parte al presepe, se le dico che nel presepe un personaggio “si arricchisce” dopo un lungo viaggio di tre extrtacomunitari lei che fa? Gesù Bambino?

Oggi però i tempi sono cambiati. E con Conchita Sannino di Repubblica che gli chiede se gliele rifarebbe Di Stefano diventa improvvisamente molto diplomatico e scopre di avere un sacco di cose da fare:  «Certo che restano valide, certo che ci credo. Però adesso, per serietà, cerco di parlare della materia di mia competenza».

 Ventisei mesi dopo, Di Stefano prova ad aggirare l’ostacolo: «Guardi, sono in riunione». Ma non era lei che si lamentava di non ricevere risposte da Salvini, partendo dai soldi “rubati”? Rinnega? «No – replica a Repubblica – Non rinnego nulla, ci mancherebbe. Anzi, sono d’accordo con il ministro Bonafede: le sentenze si rispettano».

Ora, ci sarebbe anche da osservare che Bonafede ieri ha parlato dopo richiesta dell’ANSA e dopo l’editoriale del Corriere che gliene chiedeva conto denunciando il cambiamento molto berlusconiano in atto nel governo Conte. Ma questi sono dettagli.

Leggi sull’argomento: Il governo del cambiamento che fa impallidire Berlusconi

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