La supercazzola di Di Maio su “pace fiscale” e “condono”

di Mario Neri

Pubblicato il 2018-09-17

In questa nuova e meravigliosa puntata di “Giochi di Parole Senza Frontiere” possiamo ammirare il Campione Assoluto di Cambio di Discorso e vicepremier Luigi Di Maio in una delle sue performance artistiche più riuscite: Giggetto dice no, assolutamente no al condono ma sì, assolutamente sì alla Pace Fiscale, ovvero al modo in cui la Lega ha …

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In questa nuova e meravigliosa puntata di “Giochi di Parole Senza Frontiere” possiamo ammirare il Campione Assoluto di Cambio di Discorso e vicepremier Luigi Di Maio in una delle sue performance artistiche più riuscite: Giggetto dice no, assolutamente no al condono ma sì, assolutamente sì alla Pace Fiscale, ovvero al modo in cui la Lega ha chiamato il suo condono che ha l’approvazione del MoVimento 5 Stelle. «Il MoVimento 5 Stelle non è disponibile a votare nessun condono. Quindi se noi stiamo parlando di pace fiscale, di saldo e stralcio, quello che avevamo anche noi nel programma, siamo d’accordo. Se invece si parla di condoni non siamo assolutamente d’accordo perché già abbiamo visto per anni i governi Renzi e altri fare gli scudi fiscali e altri strumenti che alla fine hanno soltanto creato un deterrente a comportarsi bene e hanno fatto pensare sempre in questo paese che una via d’uscita ci potesse sempre essere all’evasione».

Come suo costume, Di Maio finge di non sapere che quello proposto dalla Lega e battezzato come Pace Fiscale in realtà è proprio un condono: si propone infatti una sanatoria delle cartelle esattoriali con aliquota del 10% tondo per chiudere ogni pendenza col passato, più bassa del 15% fin qui ipotizzato. E se in campagna elettorale si era parlato di fissare un tetto di imposta e multe dovute di 200.000 euro, ora si pensa di salire fino a quota un milione di euro: avete mai sentito parlare di poveri, piccoli cittadini nei guai con il fisco per un milione di euro?

pace fiscale condono in arrivo
La pace fiscale della Lega e i conti pubblici (La Stampa, 9 settembre 2018)

Il secondo passo è una nuova versione della «voluntary disclosure» sui contanti e sulla ricchezza non denunciata detenuta dai cittadini in cassette di sicurezza. Chi si autodenuncerà avrà un forte sconto sulle multe teoricamente dovute. Terzo passo, il potenziamento dell’accertamento con adesione: una misura varata da Giulio Tremonti all’epoca del governo Berlusconi che permette una «conciliazione» in contraddittorio tra contribuente e funzionario delle Entrate senza pagare sanzioni e interessi, anche sul contenzioso su liti pendenti. Gli uffici però dovranno avere la possibilità di verificare la reale capacità patrimoniale del cittadino, anche per evitare abusi.

Leggi sull’argomento: Sconti fiscali, perché il governo li vuole eliminare

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