Economia

Come Di Maio ha fregato gli operai Comital con la promessa della Cig

Giovanni Drogo 10/12/2018

Due mesi fa il governo annunciava di aver risolto per il meglio la crisi aziendale della Comital-Lamalù di Volpiano consentendo ai dipendenti di accedere alla Cassa integrazione guadagni. Ma oggi scadono i termini e in mancanza di decreto attuativo l’unica soluzione è il licenziamento. Per il MISE però è tutta colpa dei curatori fallimentari

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«Abbiamo avuto sin da subito attenzione verso la critica situazione che ha interessato i lavoratori Comital. È stata infatti creata una norma ad hoc che garantisse loro l’accesso alla cassa integrazione» così due giorni fa in una nota il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio annunciava di aver trovato una soluzione per i 119 addetti della Comital e della Lamalù di Volpiano, nel Torinese.

Niente cassa integrazione per i dipendenti di Comital-Lamalù

Alle promesse però non sono seguiti i fatti. Oggi scade  la procedura di licenziamento collettivo avviata dai curatori fallimentari e  non è ancora stata  stata avviata la richiesta di cassa integrazione, nonostante gli impegni del governo. Il motivo? Al decreto, che esclude oneri per le aziende in procedura concorsuale, non è  seguita la circolare attuativa. I sindacati vanno all’attacco, secondo Julia Vermena e Federico Bellono, della Fiom di Torino «È inaccettabile e incomprensibile che si aprano ulteriori difficoltà, per lavoratori che da giugno sono senza alcuna copertura retributiva e contributiva. E che dopo l’incontro del 31 ottobre in Regione, alla presenza del ministro Di Maio, hanno pensato di aver acquisito una soluzione, per quanto temporanea e parziale, alla propria drammatica situazione». Lavoratori che sono stati illusi dal governo e dal ministro Di Maio che ha promesso la cassa integrazione che però non è arrivata.

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Per i lavoratori di Comital e Lamalù – due aziende specializzate nella laminazione dell’alluminio fallite in primavera –  i curatori fallimentari stanno cercando un acquirente (una prima gara è andata deserta) ma nel frattempo hanno dovuto aprire una procedura di licenziamento collettivo che scade oggi. Senza la cassa integrazione l’unica alternativa per gli operai è quella di poter accedere alla Naspi (l’indennità di disoccupazione) tramite il licenziamento.

Quando Di Maio diceva che i lavoratori potevano stare tranquilli perché gli aveva ridato il futuro

Ma non era quello che aveva promesso il governo. A fine ottobre dopo un incontro in Regione Piemonte Di Maio aveva annunciato che tramite un emendamento al Decreto Genova i lavoratori della Comital-Lamalù di Volpiano avrebbero potuto ottenere la cassa integrazione per un anno a partire dal 29 settembre scorso.  Il 31 ottobre Luigi Di Maio ne dava l’annuncio su Facebook spiegando che era tutta colpa del PD e del Jobs Act che aveva tolto la possibilità di cassa integrazione e sottolineando «l’abbiamo reintrodotta subito, e il risultato è che oggi 140 persone e le loro famiglie possono stare tranquille». Il problema è proprio la “norma ad hoc” di cui parla il vicepremier. Secondo i deputati piemontesi di Forza Italia  Claudia Porchietto e Carlo Giacometto «la norma predisposta dall’esecutivo prevede la copertura per il biennio 2020-2021, lasciando quindi fuori le procedure fallimentari in essere, tra cui proprio quella che riguarda i lavoratori degli stabilimenti di Volpiano».

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Secondo i deputati di FI saranno i lavoratori a pagare il  «prezzo altissimo di tanta incapacità» dimostrata da parte del governo e del ministro che ora «cerca di scaricare la responsabilità sulla curatela fallimentare». Nella nota di venerdì infatti il MISE scriveva che «ora c’è bisogno che lo stesso curatore presenti quanto prima il piano per la cassa integrazione al Tribunale per poter assicurare ai lavoratori l’accesso agli ammortizzatori». Per Claudio Chiarle, sindacalista della FIM «i lavoratori sono stati presi in giro due volte, la prima da DiMaio e la seconda da chi gli ha detto di fidarsi di DiMaio».

Dario Basso, segretario provinciale di Uilm aggiunge: «Ci pare una vicenda gestita come una campagna elettorale: molti annunci e zero riscontri concreti. Il ministro Di Maio a Torino aveva garantito che la soluzione era stata trovata, esigiamo che le promesse vengano mantenute». La speranza che per i lavoratori si concretizzi la soluzione promessa e tanto attesa è appesa ad un filo. Oggi alle 15 in Regione è previsto  un nuovo incontro, se la cassa integrazione non arrivasse in extremis per i 119 dipendenti di Comital e Lamalù si aprirà la strada del licenziamento e della disoccupazione.

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