Di Maio e la tragedia delle capilista donne alle Europee

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-04-10

Il capo politico era in trattativa con vip e personaggi di spicco M5S: ma ha ricevuto alcuni no mentre la base è in subbuglio e non vuole dare soldi alle candidate

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Luigi Di Maio ha intenzione di giocarsi la carta dei capilista-star alle elezioni europee. Ma la scelta sta creando non pochi problemi. Da giorni infatti rimbalzano i rumors su Licia Colò e Luisella Costamagna, che però smentiscono: la seconda su Twitter arrabbiandosi con un giornalista del Corriere che l’ha citata, la prima all’Adn Kronos.

Di Maio e la tragedia delle capilista donne

Secondo le indiscrezioni, i nomi delle capilista in rosa, che Di Maio mutuava dall’idea di Renzi nel 2014, dovevano essere Pisano nel Nordovest, Colò nel Nord est, Costamagna al Centro, Ferrara al Sud, Argentati o Cocchiara nelle Isole. Sabato, racconta Luca De Carolis sul Fatto, Di Maio riunirà a Roma tutti i candidati dei Cinque Stelle alle Europee, con obbligo di giacca e cravatta per i signori e di tailleur per le signore, come si usa ai matrimoni e alle convention di qualche altro partito che dà sull’azzurro. Proprio per questo però i grillini sono arrabbiati:

Ma la scelta del capo politico di puntare su cinque capilista donne, tutte esterne al M5S, sta provocando rivolta. Con diversi eletti che già minacciano di colpire dove fa più male, sui soldi. E un paio di veterani spiegano: “Di certo ci chiederanno un contributo per la campagna elettorale, e allora la vedranno lì. Tanto varrà destinare i soldi a un singolo candidato di nostra fiducia, visto che Luigi punterà sui nomi che si è scelto…”.

Anche perché, è il ragionamento diffuso, “se scegli cinque capilista donne penalizzi innanzitutto le altre donne”. Cioè le europarlamentari uscenti, ricandidate dopo aver superatole parlamentarie sul web.

Il punto è importante e dirimente, perché ora dovrà esserci un voto su Rousseau:

“Le cinque capilista dovranno ricevere il via libera degli iscritti sul web”ricorda un big, lo stesso che descrive “una base in grande subbuglio sia nel Lazio che in Sicilia”. Come a dire che il passaggio sulla piattaforma Rousseau non sarà una formalità. E a confermarlo è una fonte del M5S siciliano: “Quella di Luigi sulle capilista è una scelta solitaria, nessun generale o soldato del Movimento la apprezza”.

La rabbia al sud e al nord

Repubblica racconta che il tira e molla sulle candidature sta creando malumori al Nord come al Sud. In particolare a Torino

Per le isole si parla ora dell’ingegnere aerospaziale Chiara Cocchiara o dell’agronoma Tiziana Mori. L’unica conferma, però, è quella di Paola Pisano nella circoscrizione Nord Ovest: l’assessora all’Innovazione del comune di Torino lavora a stretto contatto con Chiara Appendino. E la sindaca è sembrata non gradire. Il suo braccio destro, il presidente del consiglio comunale Fabio Versaci, ha invitato la professoressa a scegliere: «O assessora o candidata».

E ha chiesto: «Resti con noi», così come hanno fatto tutti i consiglieri M5S della città, preoccupati dalla possibilità di un cattivo risultato (Pisano è responsabile dell’anagrafe e a Torino, come a Roma, servono sei mesi per avere una carta d’identità elettronica). Lei ha promesso che deciderà in 24 ore. Dagli europarlamentari uscenti, per niente felici dell’arrivo delle esterne, filtrano frecciate: «Luigi non ha imparato niente dal caso De Falco?». Il comandante, fiore all’occhiello dei candidati alle politiche, è stato espulso dopo nove mesi.

C’è tempo fino a sabato per cambiare idea.

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