Il piano di Di Battista per riprendersi il M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-21

C’è la voglia di Di Battista di tornare in pista, di avere un ruolo, di essere centrale nel Movimento com’è stato in passato. Ma non c’è un orizzonte certo, per questo

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Annalisa Cuzzocrea su Repubblica prende spunto dall’articolo di Alessandro Di Battista sul Fatto in cui chiede di mollare il MES che gli è valso la nomea di “sciacallo” di Conte per raccontare il piano dell’ex parlamentare per riprendersi il MoVimento 5 Stelle insieme ad altri deputati ed eurodeputati sulla sua linea:

Ma cosa vuole davvero Di Battista? Che ha passato Pasquetta sul tetto di casa con il figlio piccolo e la compagna in attesa del secondo. Che è tornato folgorato dalla bellezza e dalla civiltà dell’Iran e ora sogna un’intesa di ferro con la Cina. Che ha coltivato, da sempre, una fascinazione per i totalitarismi lontani e tacciato di totalitarismo le democrazie imperfette d’Occidente. «Il mio unico desiderio è non vedere un imputato per corruzione internazionale di nuovo a capo di Eni», ha ripetuto in queste ore spiegando che la sua uscita contro Descalzi, con tanto di appello e firme di parlamentari a supportarlo, era solo quello. Un tentativo che porta avanti dal 2013. Dire che voglio indebolire Conte è una «stronzata», si sfoga.

Sa che a farla girare sono i suoi “avversari” interni, o forse chi lo teme. Ma non può non sapere che le conseguenze — in politica — vanno al di là delle intenzioni. E che se sospinti dalle sue parole di intransigenza quattro europarlamentari votano prima contro la commissione von der Leyen e poi contro il recovery fund, e se a causa del suo appello l’assemblea dei parlamentari si è infiammata contro chi ha trattato le nomine (Crimi, Fraccaro, Buffagni) tutto questo, alla lunga, non può non avere un effetto sul governo. Perché sul Mes, prima o poi, ci sarà un voto in Parlamento che potrebbe spaccare la maggioranza giallo-rossa senza possibilità di ricomposizione.

alessandro di battista piano m5s

Il punto sarebbe un altro: la voglia di Di Battista di tornare in pista, di avere un ruolo, di essere centrale nel Movimento com’è stato in passato. Ma non c’è un orizzonte certo, per questo. Con le regionali rimandate in autunno, è molto facile che Crimi rinvii a ottobre-novembre anche quegli Stati generali che sarebbero dovuti servire a ricollocare i 5 stelle e a scegliere, poi, una nuova guida. Di Battista ha annunciato più volte di stare scrivendo qualcosa al riguardo. Un progetto.

Di Maio aveva ventilato l’idea di lanciarlo in ticket con la sindaca di Torino Chiara Appendino. Nessuno, tranne l’ala del presidente della Camera Roberto Fico, si schiera apertamente contro il volto più pop dei 5 stelle. Ma molti di quelli che lo conoscono dicono cose come: «Finché non lo vedo non ci credo». Non pensano abbia davvero voglia di mettersi sulle spalle la galassia impazzita del Movimento, perché sarebbe prima di tutto fatica, noia, sudore. Tutto quello da cui l’ex deputato è fuggito, prima in America, poi in Iran, comunque lontano.

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