Di Battista sta con Conte e non riconosce più il “suo” Di Maio: “Ormai è un uomo di potere”

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-02-12

Alessandro Di Battista commenta la crisi interna al Movimento 5 Stelle dopo il Mattarella Bis e l’ordinanza del Tribunale di Napoli che ha “disarcionato” Conte

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Tra Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio la frattura è ormai insanabile: il pasdaran fuoriuscito dal Movimento 5 Stelle ha scelto da che parte stare nella lotta intestina al partito nata dopo l’elezione del Presidente della Repubblica e proseguita con la sentenza del Tribunale di Napoli che ha invalidato lo statuto pentastellato: pur dall’esterno, lui sta con il leader “disarcionato”, Giuseppe Conte. E lo stesso ex premier si fa forte di un ritrovato sostegno da parte del garante Beppe Grillo, che ricorda come la sua leadership “morale” non sia mai stata messa in dubbio dall’ordinanza che lo ha sospeso dall’incarico di presidente.

Di Battista sta con Conte e non riconosce più il “suo” Di Maio: “Ormai è un uomo di potere”

“Dispiace per chi in maniera subdola avrebbe voluto sfruttare questo momento per riaprire fronti politici interni, quando qui di politico non c’è niente”, sono le parole fatte filtrare da Conte e riportate questa mattina dal Fatto Quotidiano. La frecciata non tanto velata è proprio a Di Maio, che dal giorno del Mattarella Bis chiede un confronto interno per discutere della decisione improvvisa dell’avvocato del popolo di andare per conto suo e trattare con la Lega il nome di Elisabetta Belloni per il Quirinale. E proprio contro il ministro degli esteri si scaglia Di Battista, ospite di Accordi&Disaccordi, il talk politico condotto da Luca Sommi e Andrea Scanzi: “Luigi ormai è diventato uomo di establishment, uomo di potere. Un tempo dai giornali di sistema come Repubblica veniva sbeffeggiato, veniva considerato il ‘bibitaro’ ora è Luigi il sommelier. È cambiato, è diventato un uomo di sistema, pensa alla prosecuzione della sua carriera politica, a come collocare se stesso e anche il Movimento. Dubito voglia lasciarlo, ma spostarlo sempre più al centro”.

Durante le contrattazioni per il Colle, in effetti, Di Maio è rimasto particolarmente leale al Partito democratico, cercando unità di intenti e frenando eventuali fughe in avanti. Anche su questo Di Battista ha da ridire: “Io non mi fiderei mai, soprattutto di Letta. Non avete il sospetto che lavori per un progetto draghiano con Forza Italia, Renzi, i centristi?”.

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