Cultura e scienze
Democratica in PDF: così il PD dimentica L'Unità
di Mario Neri
Pubblicato il 2017-06-30
Il Partito Democratico lancia un quotidiano scaricabile come strumento di discussione per iscritti, simpatizzanti e amministratori. E saluta il quotidiano fondato da Antonio Gramsci
L’ex condirettore de L’Unità Andrea Romano ha presentato oggi Democratica, un giornale scaricabile in PDF dal sito del Partito Democratico e che avrà una redazione composta da chi lavora al sito Unita.tv, che in un comunicato del CdR ormai storico videro i colleghi de L’Unità (quella che andava in edicola) dissociarsi dai suoi contenuti.
“Democratica” in PDF: così il PD dimentica L’Unità
Il quotidiano “sarà strumento di intervento nella discussione pubblica e mezzo di informazione e discussione per iscritti, simpatizzanti, amministratori e dirigenti del Pd”, si legge in una nota del PD. “Si tratta del primo caso in Italia di un quotidiano politico, digitale e multimediale che viene diffuso gratuitamente. Ogni giorno, nel primo pomeriggio, Democratica sarà disponibile sui social, sul sito del partito e di unita.tv e sulla app Bob”. L’editore è EYU s.r.l., società con socio unico, capitale sociale Euro 10.000, di proprietà della Fondazione EYU, che abbiamo visto pochi giorni fa impegnata nello scherzetto della FEPS a Massimo D’Alema.
Insomma, Democratica, nelle intenzioni del PD, cercherà probabilmente di essere quello che l’Unità non è più, viste le condizioni critiche in cui ormai versa il quotidiano fondato da Antonio Gramsci.
Andrea Romano e l’Unità
“E’ impossibile utilizzare quella testata – ha detto il direttore di Democratica a Repubblica – perché è prigioniera di un socio privato che ha congelato la situazione. Come soci di minoranza stiamo dando tutta la nostra solidarietà ai colleghi. Ma intanto, inizia questa nuova avventura”. Sarà. Intanto vale la pena di ricordare come è finita l’avventura di Romano nel quotidiano. Romano ha sostenuto infatti di essere stato cacciato a sua insaputa dall’Unità: “Il mio allontanamento da l’Unità? Nessuno me ne aveva dato comunicazione, né io né il Pd ne sapevamo qualcosa. L’ho scoperto leggendo la gerenza del giornale: ho visto che era sparito il mio nome”. Qualche giorno dopo Guido Stefanelli, amministratore delegato, ha risposto a Romano in una lettera indirizzata all’Huffington Post:
Gentile direttore,
in merito alle dichiarazioni che il deputato del PD Andrea Romano ha voluto rilasciare al vostro giornale chiamando in causa me e l’azienda editrice, mi preme precisare alcune brevi cose. Quello che era il condirettore de l’Unità lamenta di essere stato estromesso e cancellato dalla gerenza del giornale senza alcun preavviso. Ci dispiace che Romano ci sia rimasto male ma si è trattato solo di una presa d’atto della situazione. Infatti, il deputato del PD ha deciso in maniera unilaterale e senza alcun tipo di comunicazione all’azienda editrice e soprattutto ai colleghi giornalisti di non presentarsi più in redazione dallo scorso 5 dicembre.
Un abbandono bello e buono da parte di Romano che, senza timore alcuno, arriva addirittura a immaginare una ritorsione da parte mia nei suoi confronti. Nulla di vero: c’è stato solo un atto di correttezza soprattutto verso i giornalisti della redazione (che, ne sono certo, non lo rimpiangeranno e che sicuramente non meritavano questo tipo di comportamento, proprio in ragione del difficile passaggio che sta sta affrontando il quotidiano. Per questo ascoltare e immaginare Andrea Romano a difesa dei lavoratori del giornale fa veramente ridere.
Forse è più credibile e veritiero vederlo a difesa dell’ultimo modello di iPhone e tablet richiesto con insistenza all’azienda.
EDIT: La nota del CdR de L’Unità su Democratica
“Per quanto amareggiati non siamo affatto sorpresi. Sapevamo da mesi di essere rimasti da soli a difendere l’Unità, la sua storia e il suo futuro, stretti in una morsa che ha visto per troppo tempo il quotidiano e i suoi lavoratori ostaggi di un braccio di ferro fatto di ricatti e veti incrociati fra l’azionista di maggioranza, la Piesse di Stefanelli e Pessina, e quello di minoranza, il Partito Democratico”. Si legge in un comunicato del Cdr de L’Unità dopo il lancio oggi di ‘Democratica’, nuovo quotidiano on line del Pd. “Due anni fa esatti l’Unità tornava nelle edicole per volontà dell’allora premier e segretario del Pd Matteo Renzi e ci tornava con una compagine aziendale e una direzione scelta direttamente dai vertici del Partito Democratico. Oggi, mentre i lavoratori de l’Unità sono da due mesi senza stipendio”, il Pd “(che della società editrice del giornale è socio al 20%) lancia il suo nuovo quotidiano on line senza ancora aver fatto nulla di concreto per garantire ai dipendenti de l’Unità almeno il diritto agli ammortizzatori sociali”. Ora “possiamo dire che l’ipocrisia è caduta definitivamente e che il Partito Democratico ha finalmente scoperto le proprie carte seppellendo l’esperienza de l’Unità, la sua storia e il destino di 35 famiglie, preferendo dedicarsi ad un nuovo progetto autoprodotto e autorefenziale”. Il Cdr conclude: “Due considerazioni, infine. La prima: speriamo che il Pd abbia il buongusto di togliere la testata dell’Unità dal blog in cui viene diffuso il nuovo quotidiano on line. Lo riteniamo un fatto di rispetto e coerenza. La seconda: il 30 luglio 2014 la prima pagina del nostro giornale recitava ‘Hanno ucciso l’Unità’. Due anni dopo si svelano gli autori del delitto perfetto, quello di allora e quello di oggi”.