Opinioni

Cosa succede negli altri paesi quando i politici “dimenticano” i contributi alle colf

Mario Neri 29/04/2018

L’ultimo caso è del 2014 e ha riguardato Mark Harper, che da ministro per l’immigrazione voleva rendere più rigide le regole per i lavoratori stranieri nel paese. Ma come privato cittadino, si faceva pulire la casa da una immigrata irregolare. Per questo, anche se diceva di non saperne niente, alla fine ha dovuto dimettersi. Nella […]

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L’ultimo caso è del 2014 e ha riguardato Mark Harper, che da ministro per l’immigrazione voleva rendere più rigide le regole per i lavoratori stranieri nel paese. Ma come privato cittadino, si faceva pulire la casa da una immigrata irregolare. Per questo, anche se diceva di non saperne niente, alla fine ha dovuto dimettersi.

Nella lettera di dimissioni rivolta al primo ministro, Harper ha spiegato di aver assunto la domestica nel 2007 perché gli facesse le pulizie in casa: all’epoca la donna (di nazionalità non specificata) era in regola. Nel 2012, ad un secondo controllo, i suoi documenti erano risultati ancora a posto.

L’anno dopo però, il ministro aveva lanciato una campagna presso i datori di lavoro perché controllassero con più attenzione la posizione dei loro lavoratori stranieri. Volendo dare il buon esempio, Harper aveva fatto verificare anche la posizione della sua domestica. E l’ufficio immigrazione aveva scoperto che la donna non aveva più un permesso di lavoro.

ministro dimissioni contributi colf 1

Una storia piuttosto simile a quella del presidente della Camera Roberto Fico, anche se la collaboratrice familiare Imma ha invece dichiarato alle Iene di essere assunta in regola mentre Fico ha detto che non è stata assunta ed è semplicemente un’amica di Yvonne De Rosa, la sua compagna a cui è legato dal 2013. 

Ma non c’è solo il caso di Harper. Due ministre del governo conservatore svedese nel 2006 finirono sotto accusa per lo stesso motivo: Maria Borelius, ministro del Commercio, e Cecilia Stego Chilo, scelta per il dicastero della Cultura: quest’ultima come “aggravante” non aveva nemmeno pagato il canone della tv pubblica scandinava. Entrambe dovettero salutare il governo dopo che la notizia era finita sui giornali. Last but not least, il caso più famoso fu quello di Linda Chavez, ministro del Lavoro di George Bush nel 2001:

La legge proibisce di dare ospitalità o assumere immigrati clandestini. La Chavez non avrebbe inoltre versato i contributi. E avrebbe pagato alla domestica un salario al di sotto del minimo stabilito dalla legge. Una situazione imbarazzante per qualsiasi ministro, ma tanto più per il responsabile del dicastero del Lavoro, proprio quello incaricato di far rispettare queste leggi a tutti i cittadini americani.

Un altro esponente della amministrazione Bush, la governatrice del New Jersey Christie Whitman (scelta per guidare l’Agenzia per la Protezione Ambientale), era incappata in un simile problema nel 1993 quando era in lizza per diventare governatore. La Whitman era stata salvata da un colpo di scena: il suo avversario aveva a sua volta confessato di avere a sua volta assunto un immigrato illegale.

Leggi sull’argomento: Roberto Fico e la storia della colf in nero della compagna

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