Cosa si dice nella steppa del Kazakhstan

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-10-18

Il Kazakhstan è nell’Asia centrale. Il luogo sulla Terra più lontano dal mare. La catena dell’Himalaya blocca i venti caldi del sud. I venti artici non hanno invece alcun ostacolo. Il clima è una conseguenza di questa “infelice” posizione geografica: freddo (stamani nevischiava), vento, cielo buio. Quando vado a piedi all’Università canticchio la vecchia canzoncina …

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Il Kazakhstan è nell’Asia centrale. Il luogo sulla Terra più lontano dal mare. La catena dell’Himalaya blocca i venti caldi del sud. I venti artici non hanno invece alcun ostacolo. Il clima è una conseguenza di questa “infelice” posizione geografica: freddo (stamani nevischiava), vento, cielo buio. Quando vado a piedi all’Università canticchio la vecchia canzoncina dello Zecchino d’oro- Popoff (Nella steppa sconfinata, a 40 sotto zero…). La popolazione locale è di etnia turca, strutturata in clan. Sono ancora divisi in orde (o juz). Una di queste orde si identifica in diretti discendenti di Gengis Khan (si chiamano tore). La vita comunque non doveva essere facile per gli antichi abitanti. Ieri a cena, il Direttore di un’Accademia, mi raccontava che i suoi genitori erano pastori nomadi e che l’infanzia l’ha passata in una capanna. Quando i genitori andavano fuori a procacciare cibo, lo legavano come si legano i cagnolini per evitare che si perdesse nella steppa e fosse mangiato da qualche animale feroce. Gli uomini sono forti, ma le donne ancora di più. Ho sempre pensato che durante la II guerra mondiale i russi riuscirono a sconfiggere i nazisti proprio grazie alle donne. In Germania relegate a un ruolo secondario, In Russia, e in Siberia in particolare, abituate a stare accanto agli uomini per reggere in due a queste condizioni estreme, non ebbero problema ad accettare di essere impegnate in prima linea rischiando la vita.

Kazakhstan

Il pranzo e le conseguenti abbondanti bevute di vodka, sono lo strumento preferito per rinsaldare i legami relazionali. Il menù è basato su carni arrosto e semplici verdure (la steppa è adatta alla pastorizia, molto meno all’agricoltura). L’edilizia risente ancora dell’influenza comunista. Le periferie riescono ad essere più grigie del cielo plumbeo. Nonostante questo, si vede che è una società in rapido progresso e che si sta riprendendo, quasi in modo miracoloso, dalla sconfitta della guerra fredda. L’effetto della disfatta, all’Università, si vede nell’assenza totale di un paio di generazioni. Al momento della dissoluzione dell’URSS, i giovani più istruiti emigrarono tutti all’estero per uno stipendio dignitoso. I Professori Universitari adesso sono tutti o anziani o giovanissimi. La generazione di mezzo semplicemente non c’è. Gli anziani si trattengono in Università ben al di là della pensione (e dei riconoscimenti economici) pur di far crescere una giovane generazione che li sostituisca. Parlando proprio di questo a tavola, mi hanno detto che il Comunismo non era il male assoluto come noi Occidentali crediamo. Qualche aspetto positivo ce l’aveva. Per esempio la solidarietà e il sacrificarsi per il bene comune erano valori molto più praticati nel mondo sovietico che in quello capitalistico. E secondo i Professori Kazaki, è stato proprio questo spirito di solidarietà a spingere un’intera generazione di Professori a rinunciare agli ozi di una meritata pensione, a stringere i denti e a far crescere una nuova generazione di giovani per mantenere competitiva l’Università.

In Kazakhstan si sono svolte le trattative fra Russi, Turchi e Siriani sulla guerra in Siria. Sono informatissimi su questo e hanno una visione molto diversa dalla nostra. Secondo loro, la guerra in Siria ha spinto 6 milioni di Siriani ad emigrare in Turchia. Due milioni e mezzo di Siriani (quelli di religione cristiana e quelli più istruiti) si sono trasferiti in Europa (Germania in particolare). Gli altri (3,5 milioni) sono rimasti in Turchia. Ma rappresentano un grosso problema. Erdogan, proprio per la presenza mal tollerata di questi migranti, ha perso le elezioni recentemente sia ad Istanbul che ad Ankara. Così, per non perdere il potere, Erdogan ha deciso di risolvere in modo definitivo il problema dei migranti. Ha occupato il nord della Siria, e in particolare la regione più vicina al mare per riportare in Siria i migranti che stanno adesso in Turchia creando de facto una gigantesca striscia di Gaza in territorio siriano. . Assad ha dato il suo assenso in cambio di poter mettere sotto il suo controllo il resto del Kurdistan siriano. Cosa che puntualmente ha fatto I russi hanno propiziato questo accordo (accrescendo la loro influenza in quella zona del mondo) e Trump è stato felice di uscire da questa situazione senza via di uscita creata dall’amministrazione Obama-Hillary Clinton. Secondo i Kazaki, infatti, tutte le rivoluzioni legate alle primavere arabe (che hanno provato guerre, miserie e milioni di morti) nacquero non per moto spontaneo delle popolazioni ma per far contenti la lobby americane dei petrolieri (sono tutte regioni ricche di petrolio) ed i sionisti. Infatti è dal tempo delle primavere arabe che gli arabi si scannano fra di loro o , in mancanza di meglio, sterminano popolazioni cristiane che risiedevano da temi immemorabili in territorio arabo. Da quando c’è l’ISIS, la guerra contro lo stato d’Israele non è più di attualità fra gli arabi. Questa almeno la versione kazaka della crisi.

 

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