Opinioni

Cosa c’è di sbagliato nei test d’ingresso a Medicina, Veterinaria ed Architettura

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-09-05

In questi giorni decine di migliaia di studenti si sono contesi i posti programmati a Medicina, Veterinaria ed Architettura. Per poteri iscrivere i ragazzi hanno dovuto superare uno sbarramento a quiz con risposta multipla. Al di là dell’osservazione (che però potrebbe essere fatta in tutti i casi di preselezione di candidati) quale sia la correlazione […]

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In questi giorni decine di migliaia di studenti si sono contesi i posti programmati a Medicina, Veterinaria ed Architettura. Per poteri iscrivere i ragazzi hanno dovuto superare uno sbarramento a quiz con risposta multipla. Al di là dell’osservazione (che però potrebbe essere fatta in tutti i casi di preselezione di candidati) quale sia la correlazione fra rispondere bene a quiz di cultura generale/logica/matematica/fisica ed essere un buon medico, due sono le obiezioni che vengono naturali a questo modo “brutale” di fare selezione.

test d'ingresso a Medicina, Veterinaria ed Architettura 1

La prima obiezione è che questo metodo di selezione è esattamente contrario al metodo di apprendimento insegnato ai ragazzi. E’ un approccio nozionistico, che privilegia la rapidità di esecuzione (occorre rispondere in media in un minuto e mezzo ad ogni domanda) rispetto alla riflessione e al ragionamento profondo. Siamo sicuri che, nell’epoca delle fake news, questo sia una modalità di apprendimento da incoraggiare? A scuola, secondo me giustamente, con le traduzioni e con i compiti di Matematica, si insegna allo studente a di non provare ad indovinare ma a dare una risposta solo quando è convinto che quello che stia dicendo è giusto. Inoltre, per la natura delle domande che compongono i quiz, gli studenti del Liceo Scientifico sono nettamente favoriti rispetto a quelli di altri Istituti che non hanno materie oggetto dei test (basta pensare al Greco e Latino del Liceo Classico). Istituti che, più o meno colpevolmente, non si sono adeguati a preparare gli studenti a superare test né sono stati spinti a farlo.

La seconda obiezione riguarda l’insegnamento che diamo ai nostri ragazzi. Facciamo capire che, come diceva Arbore, la vita è tutta un quiz. Sarebbe molto meglio riesumare la proposta del Ministro Fedeli di ridurre i Licei da 5 e 4 anni e di introdurre un anno “zero” di università comune per aree (Scienza della Vita, Matematica-Fisica-Ingegneria, Legge e Scienze Politiche, Statistica ed Economia, etc etc) in modo che in quell’anno dove si inizia ad entrare nella materia oggetto di studio sia gli studenti capirebbero se siano portati o meno a quel tipo di studi e sia le Università avrebbero la possibilità di selezionare gli studenti effettivamente miglior (e non quelli più veloci a rispondere a test logico-matematici). Insomma, come diceva l’indimenticabile Bartali, questo sistema d’ingresso basato sui test gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare

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