«Coronavirus, dobbiamo scegliere chi curare e chi no»

di dipocheparole

Pubblicato il 2020-03-09

In un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera, Christian Salaroli, anestesista rianimatore dell’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, spiega che il protocollo degli ospedali prevede che si debba scegliere tra chi curare e chi no, come aveva scritto già anche la Società degli Anestesisti: «Si decide per età, e per condizioni di salute. Come in tutte …

article-post

In un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera, Christian Salaroli, anestesista rianimatore dell’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, spiega che il protocollo degli ospedali prevede che si debba scegliere tra chi curare e chi no, come aveva scritto già anche la Società degli Anestesisti:

«Si decide per età, e per condizioni di salute. Come in tutte le situazioni di guerra. Non lo dico io, ma i manuali sui quali abbiamo studiato».

Allora è vero?
«Certo che lo è. In quei letti vengono ammessi solo donne e uomini con la polmonite da COVID-19, affetti da insufficienza respiratoria. Gli altri, a casa».

Poi cosa succede?
«Li mettiamo in ventilazione non invasiva, che si chiama NIV. Il primo passo è quello».

E gli altri passi?
«Vengo al più importante. Al mattino presto, con i curanti del Pronto soccorso, passa il rianimatore. Il suo parere è molto importante».

Perché conta così tanto?
«Oltre all’età e al quadro generale, il terzo elemento è la capacità del paziente di guarire da un intervento rianimatorio. Quella indotta dal COVID-19 è una polmonite interstiziale, una forma molto aggressiva che impatta tanto sull’ossigenazione del sangue. I pazienti più colpiti diventano ipossici, ovvero non hanno più quantità sufficienti di ossigeno nell’organismo».

 

Quando arriva il momento di scegliere?
«Subito dopo. Siamo obbligati a farlo. Nel giro di un paio di giorni, al massimo. La ventilazione non invasiva è solo una fase di passaggio. Siccome purtroppo c’è sproporzione tra le risorse ospedaliere, i posti letto in terapia intensiva, e gli ammalati critici, non tutti vengono intubati».

scegliere chi curare coronavirus

A quel punto cosa succede? 
«Diventa necessario ventilarli meccanicamente. Quelli su cui si sceglie di proseguire vengono tutti intubati e pronati, ovvero messi a pancia in giù, perché questa manovra può favorire la ventilazione delle zone basse del polmone»

Esiste una regola scritta?
«Al momento, nonostante quel che leggo, no. Per consuetudine, anche se mi rendo conto che è una brutta parola, si valutano con molta attenzione i pazienti con gravi patologie cardiorespiratorie, e le persone con problemi gravi alle coronarie, perché tollerano male l’ipossia acuta e hanno poche possibilità di sopravvivere alla fase critica».

Nient’altro?
«Se una persona tra gli 80 e i 95 anni ha una grave insufficienza respiratoria, verosimilmente non procedi. Se ha una insufficienza multi organica di più di tre organi vitali, significa che ha un tasso di mortalità del cento per cento. Ormai è andato».

Lo lasciate andare?
«Anche questa è una frase terribile, ma purtroppo è vera. Non siamo in condizioni di fare miracoli. E’ la realtà».

 

Leggi anche: Coronavirus: il documento della Siaarti su chi salvare e chi no in terapia intensiva

Potrebbe interessarti anche