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Conte, Trump e gli incontri segreti tra USA e 007

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-03

Qualcuno nell’esecutivo sapeva che Barr avrebbe incontrato i capi dei Servizi? Sono gli interrogativi che Conte dovrà chiarire di fronte al Parlamento, ma Salvini già lo attacca senza però chiarire se lui sapesse dei contatti con gli Usa

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Cosa c’entrano Di Maio e la Link Campus con Donald Trump e il Russiagate? In attesa di scoprirlo, oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera torna sui colloqui avvenuti a Roma tra il ministro William Barr e i vertici dell’intelligence italiana in almeno due riunioni —una a Ferragosto con il capo del Dis Gennaro Vecchione e una il 27 settembre allargata ai direttori delle due Agenzie — precedute però da contatti tra lo stesso Barr e il premier Giuseppe Conte.

E proprio lui dovrà renderne conto al Parlamento, chiarire per quale motivo abbia autorizzato un politico ad incontrare i capi dei Servizi. Ma anche se altri esponenti del governo furono informati. Dopo di lui saranno convocati dal Copasir (dove si attende la nomina del nuovo presidente dopo il cambio della maggioranza) lo stesso Vecchione e i generali Luciano Carta (Aise) e Mario Parente (Aisi) proprio per ricostruire il tenore delle riunioni, anche perché sarebbero stati proprio loro a spiegare che in un caso del genere — dunque senza rapporto diretto tra 007 — ogni richiesta deve essere presentata con una rogatoria. «Farò chiarezza nelle sedi opportune», afferma Vecchione.

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Gli intrecci tra la Link Campus, Donald Trump e Giuseppe Conte (Corriere della Sera, 3 ottobre 2019)

A Ferragosto è in carica il governo M5S-Lega. Conte informò i suoi vice e i ministri competenti (Giustizia, Esteri e Difesa) delle richieste americane? Agli inizi di settembre c’è una nuova maggioranza M5S-Pd, ma il premier è lo stesso. Qualcuno nell’esecutivo sapeva che Barr avrebbe incontrato i capi dei Servizi? Sono gli interrogativi che Conte dovrà chiarire di fronte al Parlamento, ma Salvini già lo attacca senza però chiarire se lui sapesse dei contatti con gli Usa.

«Conte si è tenuto la delega ai servizi segreti. Evidentemente l’avvocato del popolo ha interesse a controllare i servizi, non so se per motivi solo esterni o anche interni», dichiara il leader della Lega. «Non ha mai interpellato nessuno, ha fatto di testa sua, e credo non abbia fatto il bene del Paese. Tutti quelli che lavorano nel comparto intelligence sono rimasti esterrefatti da alcune nomine», aggiunge pur consapevole che quando i capi dei servizi sono stati scelti lui era vicepremier.

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