“Concentramento nel senso di concentrati”, parla la mente “pensante” della protesta no Green Pass di Novara | VIDEO

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-11-01

Giusy Pace rivendica la maternità della scelta di far sfilare i manifestanti con le vesti dei deportati di Auschwitz e dà una curiosa (e pessima) motivazione

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Ci sono momenti in cui si potrebbe/dovrebbe rimanere in silenzio e parlare solamente per chiedere scusa. E, invece, all’indomani dell’assurda protesta messa in scena da alcuni ferventi no Green Pass di Novara sono arrivate delle paradossali “giustificazioni” per quella scelta di presentarsi in piazza vestiti da deportati, dietro un filo spinato. Una scena che ha richiamato nella mente di tanti (praticamente tutti, tranne i protagonisti) l’Olocausto e i campi di concentramento. Ma la mente pensante dietro a quella trovata nega (anche) l’evidenza.

Novara, l’assurda giustificazione dei no green pass vestiti da deportati

A parlare al quotidiano La Repubblica è Giusy Pace. L’infermiera di Marsala, infatti, ha rivendicato il suo ruolo da protagonista nella scelta del vestiario per scendere in piazza contro il Green Pass a Novara e lo ha fatto con un’arrampicata sugli specchi degna del miglior alpinista che scala la vetta del Monte Bianco.

“Concentramento nel senso di concentrazione: noi ci siamo concentrati in uno spazio, per manifestare il nostro dissenso. Non volevamo paragonarci ad Auschwitz, se avessi voluto scegliere un campo avrei scelto Dachau in cui c’erano i politici, tutte le minoranze”.

Per quel che riguarda il filo spinato, inoltre, la stessa infermiera sostiene che rappresenti “una protezione”. Insomma, Giusy Pace vuole provare a spiegare al mondo che lo stesso mondo abbia completamente frainteso le sue (anzi, le loro) intenzioni. Quindi non c’era nessun riferimento all’Olocausto e alla deportazione (ma c’erano anche riferimenti ai “negozi ariani” sui cartelli mostrati durante la transumanza per le vie di Novara), nonostante gli abiti e le suppellettili varie portate in piazza richiamassero proprio a tutto ciò. La stessa infermiera – che oltre a essere contraria al green pass è anche contro il tampone perché “il naso non è fatto per essere violato ogni 48 ore – si dice stupita per il polverone mediatico che si è alzato e per le polemiche mosse da, praticamente, tutti. Eppure sono così evidenti tutti gli “errori” commessi durante quella messinscena.

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