L’iter per regolarizzare i lavoratori agricoli, le colf e le badanti con la sanatoria del Decreto Rilancio

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Nel periodo dal primo giugno al 15 luglio sarà possibile la regolarizzazione di colf, badanti, baby sitter e lavoratori del settore agricolo-pesca-allevamento. Due i canali

La Stampa oggi illustra l’iter per la regolarizzazione di lavoratori agricoli, collaboratori famigliari e badanti con la sanatoria entrata nel Decreto Rilancio che porterà soldi nelle casse dello Stato. Il quotidiano ricorda che nel periodo dal primo giugno al 15 luglio sarà possibile la regolarizzazione di colf, badanti, baby sitter e lavoratori del settore agricolo-pesca-allevamento. Due i canali:



I paletti, quindi, sono molto stringenti. Se si stima che ci siano 600mila clandestini in Italia, pochissimi sono quelli che hanno avuto contratti in questi settori e che lo possono comprovare.

Quanti potrebbero essere i lavoratori interessati? Un dato indicativo è che dal 31 ottobre 2019 al 14 maggio 2020 all’Inps risulta che sono scaduti meno di centomila contratti di lavoro. Se ci si limita ai collaboratori delle famiglie e del settore agricolo, però, sono molti meno. Questo il perimetro per quanto riguarda le domande che potrebbero venire dai lavoratori. Quale sarà l’impatto nelle campagne? Secondo Romano Magrini, di Coldiretti, «saranno al massimo 2.500 i lavoratori agricoli interessati». La stragrande maggioranza dei 370mila lavoratori stagionali ufficiali che mancano nelle campagne sono infatti regolarmente rientrati in patria tra novembre e dicembre e ora mancheranno perché bloccati dal Covid-19.



Soltanto i romeni sono più di centomila,tredicimila i polacchi, undicimila i bulgari. Inoltre ci sono 18mila extracomunitari che ogni anno arrivano con il decreto flussi e rispettano rigorosamente le regole del rientro a casa. Tutti questi lavoratori sono difficilmente sostituibili. «Un conto sono i braccianti, altro i lavoratori specializzati abituali che oggi vengono invocati dalle nostre aziende», dice Danilo De Lellis, Confagricoltura. Le organizzazioni agricole insistono che occorre organizzare al meno l’arrivo di manodopera comunitaria con i cosiddetti «corridoi verdi» come si sta facendo in Germania, Gran Bretagna e Francia.

Poi ci sono colf e badanti. A fronte di 850mila lavoratori e lavoratrici in regola, si stima che ce ne siano oltre 1 milione che lavorano in nero. Quasi tutti sono stranieri arrivati in Italia con permessi turistici, di studio, o religiosi. Potrebbero essere interessati a richiedere il permesso di 6 mesi, ma devono dimostrare di avere avuto un contratto di lavoro nel settore. E non è facile.



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