Fact checking
Come il governo vuole sgomberare i campi rom
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2015-06-18
Il tweet di Alfano, le difficoltà dei sindaci e le opzioni sul tavolo per una soluzione che non sembra a portata di mano. Le decisioni sul rimpatrio e quelle sulle case
Il tweet di Angelino Alfano ieri sera ha movimentato il lavoro a molti. Specialmente ai sindaci, con i quali il ministro dell’Interno ha annunciato un accordo che però dovrà ancora essere definito. Soprattutto perché le opzioni discusse per il superamento dei campi rom sono costose. “Occorre smantellarli”, sostiene Alfano. Ma, precisa il presidente del’Anci, Piero Fassino, superare i campi rom significa superare quelli esistenti per avere soluzioni più civili, nessuno ha in mente le ruspe di Salvini. Il governo creerà un fondo apposito sulla base del quale Comuni e Prefetture faranno gli interventi”.
COME IL GOVERNO VUOLE SGOMBERARE I CAMPI ROM
Infatti il punto è tutto lì. Sui soldi. L’idea del governo avallata dai sindaci è quella di sgomberare i campi abusivi dando contributi economici ai comuni per trovare soluzioni abitative. Ma, spiega oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, soprattutto: secondo il governo bisognerebbe fare in modo di lasciare “i nomadi che accettano” in Italia, mentre “gli altri dovranno essere rimpatriati”. Ma la soluzione così presentata è fin troppo semplicistica, visto che i numeri ci dicono che la maggior parte della popolazione di etnia rom e sinti che vive in Italia ha la cittadinanza italiana, e quindi la sua patria rimane questa. Quelli che non andranno nelle case e sono italiani che fine faranno? Probabilmente torneranno in strada.
La materia è controversa, difficile che tutti gli amministratori locali siano d’accordo tanto che a tarda sera è il primo cittadino di Torino Piero Fassino a chiarire: «Superare i campi rom significa superare quelli esistenti per avere soluzioni più civili, nessuno ha in mente le ruspe di Salvini. Il governo creerà un fondo apposito sulla base del quale Comuni e Prefetture faranno gli interventi». Il problema sarà proprio quello di trovare i fondi, visto che le risorse scarseggiano e soprattutto che le strutture dove alloggiare gli stranieri sono già pochissime. E, se si escludono Lombardia, Veneto e Liguria, gli altri sono apparsi collaborativi sulla possibilità di aprire un hub in ogni Regione. Un’apertura visto che la situazione sta peggiorando e dall’Europa non arriva alcun segnale positivo sulla possibilità che entro fine mese si possa raggiungere un accordo concreto per inviare altrove almeno una parte dei migranti giunti in Italia negli ultimi mesi.
Categorico è il governatore del Veneto Luca Zaia quando ribadisce «il nostro no e non si tratta di una questione politica visto che abbiamo dato la stessa risposta nel 2011 anche al governo Berlusconi. Abbiamo già dato, ospitiamo 3.966 persone e non siamo disponibili ad averne di più. In ogni caso chi pensa che il problema sia trasferire 24 mila profughi in Europa non capisce che è solo una barzelletta. La nostra linea è seria ed espressa già da tempo. Bisogna creare degli hub in Africa, come si fece nel 2011, dove accogliere i flussi, aiutare i bisognosi e riconoscere i veri profughi distinguendoli dai migranti economici che, oggi come oggi, sono non meno dei due terzi del totale. Se non si possono fare in Libia, il governo attivi i suoi contatti internazionali al più presto per realizzarli in Paesi contermini, come potrebbero essere Egitto e Tunisia ».