Opinioni
Come il fisco chiede soldi per i regali di nozze
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-12-23
Selvaggia Lucarelli oggi sul Fatto Quotidiano pubblica nella rubrica delle lettere una storia surreale capitata a una coppia di ragazzi che si è sposata ma ha visto arrivare al galoppo gli ispettori del fisco per contestare le donazioni: CARA SELVAGGIA, voglio raccontarti la mia vicenda surreale: nel 2014 stavo per conseguire la mia seconda laurea, […]
Selvaggia Lucarelli oggi sul Fatto Quotidiano pubblica nella rubrica delle lettere una storia surreale capitata a una coppia di ragazzi che si è sposata ma ha visto arrivare al galoppo gli ispettori del fisco per contestare le donazioni:
CARA SELVAGGIA,
voglio raccontarti la mia vicenda surreale: nel 2014 stavo per conseguire la mia seconda laurea, ed ero a carico dei miei genitori; nel frattempo G., che il 25 ottobre dello stesso anno sarebbe diventato mio marito, era al secondo anno del dottorato di ricerca presso il Politecnico di Bari. Quell’anno, il 2014, è stato denso di novità, per noi: a metà anno l’acquisto della casa, grazie anche a prestiti e donazioni da parte di nonni e genitori, a fine ottobre il matrimonio. Insomma, un anno felice. Non potevamo certo immaginare che nell’ottobre del 2019 quei ricordi si sarebbero trasformati in un incubo più surreale di un quadro di Dalì, un periodo assolutamente ansiogeno, fatto di frustrazione e impotenza.
A maggio, infatti, abbiamo ricevuto comunicazione da parte delle due banche (abbiamo conti separati) che l’Agenzia delle Entrate di Bari aveva avviato indagini finanziarie su di noi, richiedendo estratto conto del 2014. “Tranquilli – ci hanno rassicurato gli amici – è una formalità: avete acquistato una casa che non avreste potuto permettervi; basterà dimostrare che lo avete potuto fare tramite prestiti e donazioni”. Ai primi di ottobre veniamo dunque convocati per spiegare all’assistente tributario i nostri movimenti bancari.
Incredibilmente, abbiamo perso settimane a spiegare che se le causali dei bonifici in entrata riportavano esse stesse chiaramente la dicitura “regalia ”,erano effettivamente regalie: l’assistente tributario sosteneva infatti che per essere certi che unbonifico da me ricevuto con causale “regalo da parte di nonna Raffa”non celasse un’entrata illecita, non dichiarata,derivante dalla libera professione di ingegnere di mio marito –transitata sul mio conto da quello di mia nonna – avrei dovuto presentare l’estratto conto di mia nonna.
“Nella causale potete scrivere quello che volete voi!”, sosteneva testardo. Da qui la richiesta di esibire estratti conti di innumerevoli altre persone, amici e parenti, per verificare che le causali dei loro bonifici in uscita (addirittura un conguaglio dell’Enel di ben 58,71 euro!) coincidessero con quelle dei nostri bonifici in entrata. Saremo stati, secondo l’agenzia delle entrate, una temibile rete mafiosa sostenuta da genitori, nonni, amici in tutta Italia, ed addirittura dall’Enel ed dal Politecnico di Bari (bonifici per i cicli di sostegno alla didattica!) che avrebbero “r i c i c l a to”denaro che G. avrebbe guadagnato in nero esercitando la libera professione. A nulla è valso spiegare come fosse impegnato a tempo pieno nella ricerca. E così,dopo una memoria integrativa di 8 pagine, ottobre è volato.
Per non annoiarsi, a novembre c’è stata una variazione sul tema: assodato che il rimborso Enel era davvero un rimborso Enel, che il bonifico “tanti auguri per la vostra futura entusiasmante e scoppiettante vita insieme”era effettivamente ciò che sembrava,ossia un caloroso regalo, l’assistente tributario si è concentrato sadicamente sul matrimonio. “Ah-haaa! Qui ci sono rispettivamente 4000 e 5000 euro di deposito di contanti e assegni! E niente causale!” “Sì, sono regali di nozze”. “Potete dimostrare di esservi sposati il 20 ottobre? Potete produrre certificato di matrimonio? ”.“Abbiamo già autocertificato”.“Producete almeno la copia degli assegni”.“Ma ci vorranno mesi e centinaia di euro per rintracciarli dagli archivi storici delle banche emittenti! E non ci sarebbe certezza alcuna che la sola dimostrazione dell’identità degli emittenti degli assegni possa essere l’agognata prova del fatto che si tratti di regalie di nozze! Vi ho inviato la scansione dei biglietti di auguri, i biglietti del treno per Firenze … ”.“Beh, l’onere della prova spetta a voi, vi mando l’accertamento il 20 dicembre, Buon Natale!”.
E fu così che 9000 euro di regali di nozze, nel 2014, sono costati a noi quasi 4000 euro di sanzione a Natale 2019 e un principio di gastrite ed ai contribuenti italiani sei mesi di lavoro di un assistente tributario dell’Agenzia delle Entrate di Bari, caldamente sostenuto dal suo Capo Team. Feliz Navidad!
Leggi anche: Sondaggi: come finirà il referendum sul taglio dei parlamentari