Come Di Maio si rimangia la legalità per fare campagna elettorale sui rom (e poi cambia idea)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-09

Ieri il vicepremier ha virtualmente evocato una legalità selettiva, valida per i romani ma non per tutti gli altri. Oggi invece…

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Sebastiano Messina su Repubblica oggi elogia la sindaca Virginia Raggi per la scelta di andare a Casal Bruciato a prendersi fischi e contestazioni dai fascisti e poi punta il dito su Luigi Di Maio, che ieri ha scaricato la sua prima cittadina al grido virtuale di “Prima i Romani” per evidenti ragioni elettorali:

Eppure, proprio nel giorno in cui persino chi l’ha sempre criticata loda il coraggio civile di Virginia Raggi, Di Maio prende le distanze dalla sua protetta. La lascia sola. Fa sapere di essere «irritato» da quel gesto, perché «prima si aiutano i romani, gli italiani, poi tutti gli altri». Parole che non stonerebbero certo in bocca a Matteo Salvini, ma che risultano stupefacenti se a pronunciarle è l’uomo che si proclama paladino della legalità (e che occupa una delle cariche più importanti della Repubblica).

Il vicepresidente del Consiglio dovrebbe infatti sapere che le case popolari — quando non vengono occupate abusivamente con la torbida regia di CasaPound, che a sua volta si è illegalmente impadronita di un intero stabile a Roma — vengono assegnate secondo le norme e i regolamenti. Se quella famiglia ne ha ottenuta una, vuol dire che ne ha pieno diritto, per la legge italiana. Sarebbe singolare — e sarebbe grave da parte di un vicepremier — invocare una legalità selettiva, valida per i romani (e per gli italiani) ma non per tutti gli altri, una legalità a denominazione di origine controllata nella quale diritti e doveri cambiano a seconda del consenso che procurano a chi governa.

Ma evidentemente la paura di perdere voti fa perdere anche la testa, se il capo dei cinquestelle arriva a sconfessare una sindaca che ha osato portare a Casal Bruciato — secondo lui alla famiglia sbagliata e nel giorno sbagliato — la bandiera della Legge.

Di Maio dopo non aver smentito in alcun modo le indiscrezioni da “fonti 5 Stelle” che circolavano ieri oggi ha ritrovato la parola oggi su Radio 1:

Mi si attribuiscono parole del genere che ‘sono irritato e arrabbiato’: nulla di tutto questo. Io credo che quando si minaccia di stupro una donna o si costringe un bambino a stare chiuso in casa e li si minaccia solo perché hanno ottenuto un alloggio per legge, è giusto dare la massima solidarietà a una donna che viene minacciata di stupro da Casapound o da fascisti”

 

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