“Se una vuole vestirsi da donna…”: Fiano ricorda la vita e la morte di Cloe Bianco | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-16

E l’ultimo post della donna trans che si è uccisa dando fuoco al camper in cui viveva racconta una tragica storia di discriminazione partita proprio dalle istituzioni italiane

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Abbandonata da quelle istituzioni per cui prestava il servizio più utile alla crescita del Paese: la formazione di giovani studenti che, in futuro, diventeranno la classe dirigente. Cloe Bianco è morta nell’indifferenza generale. Suicida all’interno di quel camper in cui viveva in provincia di Belluno. Una donna transgender che si era messa alle spalle quel passato da “Luca Bianco” in cui non si ritrovava più da tempo. L’autodeterminazione di sé stessa l’ha pagata a caro prezzo. Insegnava all’istituto Scarpa di San Donà di Piave, fino al 2015 quando decise di rivelare ai suoi studenti la sua identità di genere. E da quel momento un’infinità dei problemi, partiti proprio dalle istituzioni venete: prima la sospensione, poi il lento e inesorabile demansionamento. Una storia finita in tragedia, con la politica che ha fatto la sua parte nell’annientamento dell’essere che poi ha portato al suicidio. Il tutto è stato ricordato ieri, alla Camera, dal deputato del PD Emanuele Fiano.

“Se una vuole vestirsi da donna…”: Fiano ricorda la vita e la morte di Cloe Bianco | VIDEO

Il parlamentare ha citato anche quella “mozione” avanzata (e poi diventata realtà) dall’Assessore della Regione Veneto Elena Donazzan di Fratelli d’Italia che portò all’allontanamento – coatto – di Cloe Bianco dall’insegnamento.

“Cloe Bianco è stata ritrovata carbonizzata nel camper in cui viveva in provincia di Belluno. Era una professoressa che era stata allontanata dall’insegnamento perché aveva fatto coming out nella classe in cui insegnava. Aveva detto ai suoi alunni: cari ragazzi da oggi mi chiamerete Cloe. Era arrivata in classe vestita diversamente, rivelandosi semplicemente per la persona che era. Cloe fu sospesa per questo, e per questo attaccata dalla politica. L’assessore all’educazione della regione Veneto, Elena Donazzan di Fratelli d’Italia, chiese che la stessa fosse allontanata dall’insegnamento: “Se una vuole vestirsi da donna, in casa sua o nella sua vita privata, ritengo non debba dare alcuna giustificazione. Invece qui stiamo parlando di una scuola, di un luogo pubblico per eccellenza, dove i ragazzi vengono formati per diventare i cittadini di domani”. Nella sua scuola fu trasferita prima al lavoro di segreteria, e poi allontanata. Allontanata dal mestiere che amava, quello di insegnare. Cloe era un essere umano che amava insegnare ai propri studenti. E così Cloe Bianco fu attaccata, isolata, privata del proprio lavoro, della propria dignità. Colpevole di essere una persona transgender. E per questo attaccata, anche dalle istituzioni. Cloe Bianco decise di rifugiarsi in un camper, di isolarsi dal mondo, e infine adesso di uccidersi bruciando viva nel camper”.

Attaccata da tutti, anche dalle istituzioni che dovrebbero garantire le libertà individuali di un cittadino. E, invece, Cloe Bianco è stata non solo abbandonata, ma anche denigrata e allontanata dalla sua vita che si rispecchiava in quel ruolo da insegnante.

Cloe Bianco, l’ultimo post social prima del suicidio

E nell’ultimo post social pubblicato da Cloe Bianco, prima di dare fuoco a quel camper che rappresentava la sua attuale vita e di uccidersi bruciando nelle fiamme di quel rogo, lei stessa aveva annunciato la sua autochiria, ovvero la scelta di togliersi la vita. E lo aveva annunciato con queste parole:

“Oggi la mia libera morte, così tutto termina di ciò che mi riguarda. Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte. In quest’ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco, gustando per l’ultima volta vini e cibi che mi piacciono. Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall’ascolto di buona musica nella mia piccola casa con le ruote, dove ora rimarrò. Ciò è il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto.
Addio. Se mai qualcuna o qualcuno leggerà questo scritto”.
Qui finisce tutto. È finita la sua vita, la sua sofferenza per quel mondo che gli ha voltato le spalle solo per aver rivelato a tutti il suo essere. Il suo essere sé stessa. E per questo è stata abbandonata da tutti, denigrata dalle istituzioni. Lasciata sola dallo Stato.

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