Il piano di chiusure se la curva dei contagi risale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-31

Non si può escludere che si debba di nuovo intervenire chiudendo intere zone o province. Speranza e Conte ne sono consapevoli e sono pronti ad intervenire anche in supplenza dell’amministrazione regionale competente

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Mentre riapre tutto il 3 giugno, il governo si trova a preparare un piano di chiusure in caso di risalita delle curve dei contagi. Quello della possibile emersione di nuovi focolai è un rischio immediato, ma che il Paese – e non solo l’Italia – dovrà correre anche nei mesi futuri visto che gli scienziati sostengono da tempo che avremmo a che fare con il virus sino al vaccino. Non si può quindi escludere che si debba di nuovo intervenire chiudendo intere zone o province, spiega oggi Il Messaggero. Speranza e Conte ne sono consapevoli e sono pronti ad intervenire anche in supplenza dell’amministrazione regionale competente.

Il ministro della Salute, tra i più cauti nelle riaperture, alla fine ha condiviso la scelta di non prorogare il blocco della circolazione infra-regionale dopo aver valutato i dati della Lombardia che ancora ieri ha “fornito” più della metà dei contagiati registrati in Italia, a fronte però di un altissimo numero di tamponi effettuati. Funziona il sistema di monitoraggio, come hanno ormai ripreso fiato da tempo ospedali e terapie intensive. Due fattori che spingono Conte e Speranza a ritenere che il virus possa essere gestito senza gli affanni delle scorse settimane, ma con le cautele e le prescrizioni dovute.

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I numeri dell’emergenza Coronavirus (Corriere della Sera, 31 maggio 2020)

Conte è però convinto che il senso di responsabilità dei cittadini prevarrà e che alla fine molti dei timori di queste ore svaniranno, come sono svaniti i 151 mila in terapia intensiva che qualcuno profetizzava dopo le riaperture del 18 maggio. Da mercoledì ci si potrà quindi spostare di regione, e cade anche l’obbligo della quarantena per chi proviene dai paesi europei. Un requisito che però alcuni presidenti di regione potrebbero reintrodurre con apposita ordinanza caricandosi però la responsabilità di azzerare il turismo che, in campagna elettorale, forse non conviene. Quindi, per dirla con De Luca: tutti a Positano.

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