Chi vince le elezioni con il sistema proporzionale sul modello spagnolo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-06

Se arrivasse alla maggioranza assoluta, Salvini e Meloni dovranno fare i conti con Berlusconi e il suo pacchetto di seggi. E se non arrivassero alla maggioranza assoluta? Con chi farebbe il governo Salvini? Di nuovo con Di Maio e insieme alla Meloni? La Prima Repubblica è dietro la porta

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Franza o Spagna, purché se magna. Il PD rinuncia di fatto al maggioritario a doppio turno nazionale, tenuto fermo fin qui dal segretario Nicola Zingaretti, e dà il via libera ad un proporzionale sul modello spagnolo con soglia implicita di sbarramento (dal 4 al 7-8% a seconda della grandezza delle circoscrizioni). In vista della presentazione di un testo da parte dei partiti della maggioranza entro dicembre, l’intenzione è di andare verso il proporzionale, sia pure nella versione spagnola che argina la frammentazione favorendo i partiti medio-grandi, il Pd abbandona la strada fin qui perseguita di puntare a un’alleanza pre-elettorale con il M5S in funzione anti-salviniana ma almeno blocca la strada ad Italia Viva, che avrebbe così meno chances di portare suoi eletti in Parlamento. Ma chi vince le elezioni con il sistema proporzionale sul modello spagnolo? Roberto D’Alimonte sul Sole 24 Ore fa un po’ di conti:

Oggi le stime basate sui sondaggi dicono che il centro-destra di Salvini non è lontano dalla maggioranza assoluta dei voti. Se l’eventuale sistema elettorale proposto dai partiti al governo producesse un po’ di disproporzionalità, grazie alle soglie di sbarramento o alla dimensione ridotta delle circoscrizioni, forse ce la potrebbe fare. Ma non è detto che si arrivi al voto con un centro-destra vicino al 50% e certamente non è detto che questo possa accadere in futuro.

L’esito “normale” di un sistema proporzionale è la dispersione dei voti tra più partiti, nessuno dei quali ha la maggioranza assoluta dei seggi. Tra l’altro con un sistema del genere non c’è più bisogno di coalizioni pre-elettorali. Berlusconi, Salvini, Meloni si presenteranno ognuno per conto proprio, forse con una promessa di fare il governo insieme dopo il voto. E già qui si intravedono le altre ragioni della riforma, e che non riguardano solo il M5S.

sondaggi cartabianca
L’ultimo sondaggio di Cartabianca (4 dicembre 2019)

Con il proporzionale, e quindi senza il vincolo del patto pre-elettorale che il maggioritario comporta, Forza Italia acquista molta più libertà di manovra. Se le conviene farà il governo con Lega e Fdi ma potrebbe diventare disponibile anche a sostenere altri tipi di governo. E questo è un fatto che naturalmente non dispiace a sinistra. Insomma, con la riforma che gli attuali partiti di governo stanno concependo si riaprono i giochi. In ogni caso, comunque vada, è certo che con il proporzionale la vittoria del centro-destra alle prossime elezioni verrà limitata.

Anche se arrivasse alla maggioranza assoluta, Salvini e Meloni dovranno fare i conti con Berlusconi e il suo pacchetto di seggi. E se non arrivassero alla maggioranza assoluta? Con chi farebbe il governo Salvini? Di nuovo con Di Maio e insieme alla Meloni? La Prima Repubblica è dietro la porta. D’altronde a chi mai interessa la stabilità dei governi di questo paese?

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