Chi sono i poveri?

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-04-12

Se uno viaggia, prende i mezzi pubblici, scambia quattro chiacchiere con persone incontrate casualmente, si imbatte in una realtà diversa dalla narrazione fatta in TV: la nostra è una società gravemente impoverita. C’è una nuova classe sociale: i working poors. Sono impiegati/operai a basso salario: in queste famiglie, pur lavorando entrambi i genitori, si arriva …

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Se uno viaggia, prende i mezzi pubblici, scambia quattro chiacchiere con persone incontrate casualmente, si imbatte in una realtà diversa dalla narrazione fatta in TV: la nostra è una società gravemente impoverita. C’è una nuova classe sociale: i working poors. Sono impiegati/operai a basso salario: in queste famiglie, pur lavorando entrambi i genitori, si arriva con difficoltà a fine mese. Ti accorgi del loro stato da tanti particolari, piccoli ma significativi : poca cura verso i denti (i dentisti sono troppo cari..), figli che non possono essere mantenuti all’Università e sono mandati a lavorare subito dopo il liceo, pranzi in fast-food ricchi di junk food … tutte cose che venti anni fa non si vedevano… Questa categoria di persone è fatta di tanti delusi e imbufaliti ma è stranamente invisibile per i mass media . Inoltre né i partiti tradizionali né la Chiesa sembrano notarli. Entrambe queste istituzioni sembrano interessarsi solo alle categorie di assolutamente poveri (immigrati e rom). Eppure con la stessa cifra con cui si aiuta un poveri “assoluto” si potrebbero aiutare decine di famiglie di working poors. Infatti avrebbero bisogno di piccoli aiuti per uscire da questa situazione di disagio. L’effetto di questo sentirsi abbandonati dalle istituzioni politiche/religiose in cui le generazioni precedenti avevano riposto speranza, provoca effetti macroscopici quali un rifiuto sempre più marcato verso la politica tradizionale e un fenomeno di scristianizzazione ormai inarrestabile.

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Mi ricordo quando lavoravo a Milano a fine degli anni ottanta, la famosa Milano da bere. Come Prof Associato guadagnavo due milioni al mese, ma il costo di un monolocale era almeno di un milione e duecentomila lire.. Un operaio o un impiegato non potevano permettersi di abitare a Milano. La mattina si vedevano frotte di pendolari provenire dai paesi dormitorio della cintura milanese per proiettarsi fuori dai treni-bestiame per andare a lavorare. Già stanchi e sporchi, prima di iniziare la giornata lavorativa. Per fronteggiare questo fenomeno, il Comune di Milano (e la Curia Milanese) annunciarono in pompa magna una grande iniziativa di edilizia popolare. Le case furono date ai più poveri: ossia ai rom e agli immigrati (il fenomeno dell’immigrazione incontrollata iniziava allora). La delusione e la rabbia dei ceti impiegatizi ed operai si toccava per mano. Come mi disse una segreteria pugliese dell’Università che condivideva un appartamento con altre persone perché il suo stipendio non le permetteva di vivere in un appartamento tutto suo, poteva essere del tutto comprensibile aiutare le pecorelle smarrite e più povere, ma questo non doveva essere fatto a scapito delle pecorelle che stavano nell’ovile: non dovevano essere prese a legnate ed abbandonate.. In questa atmosfera di disillusione e rabbia dei ceti popolari, nacque la Lega. La situazione da allora non è cambiata. I ceti più popolari si sentono sempre più abbandonati e reagiscono con l’astensionismo o votando partiti capaci di canalizzare il loro scontento. La Chiesa sta vivendo un momento tremendo. Il Papa non riesce a essere più la figura carismatica di riferimento come lo era trenta anni fa. A dire il vero questo Papa è estremamente popolare fra gli atei (forse perché nei discorsi del Papa i temi religiosi sono spesso messi in secondo piano rispetto ai temi sociali) e i Romani (che apprezzano la sua capacità di empatia umana, decisamente superiore a quella di Papa Ratzinger). Ma il Papa, per il bene della Chiesa e dell’Italia, dovrebbe tornare ad essere una figura centrale di autorità morale per tutti gli Italiani. Per far questo la Chiesa (e le Forze Politiche) dovrebbero trovare un modo per aiutare i working poors…Ma aiutare i working poors non fa audience. E’ importante sul lungo termine, ma ha effetto nullo sul breve periodo.. Temo che né questa Chiesa e né le forze politiche siano però capaci di ragionare sul lungo termine… non lo hanno fatto negli ultimi trenta anni e temo non lo faranno né adesso e né nel futuro…

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