L’incredibile storia dei due centralinisti-amanti di Palazzo Chigi ricattati e registrati dal collega

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-30

L’uomo è stato condannato. L’episodio risale al gennaio del 2017

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Una vicenda fatta da invidie sul lavoro, turnazioni e ricatti. Protagonista di questa vicenda sono due centralinisti amanti che lavoravano a Palazzo Chigi e un loro collega che ha registrato il loro incontro passionale e poi li ha minacciati di diffondere quel materiale audio alle rispettive famiglie. L’uomo, 53 anni, è stato condannato dal giudice per “violenza privata”.

Centralinisti amanti Palazzo Chigi registrati e ricattati da un collega

Una storia paradossale iniziata, come riporta il quotidiano Il Corriere della Sera Roma, nel mese di dicembre del 2016 quando i due centralinisti amanti Palazzo Chigi si erano appartati in una delle stanze della palazzina di Piazza Colonna per consumare un rapporto sessuale. Non potevano mai immaginare che qualcuno avesse piazzato un microfono all’interno di quella stanza. Poi il ricatto. Perché il 53enne Gilberto Rizzo, collega della coppia, ha iniziato a minacciare entrambi con alcuni sms anonimi: “Goditi la serata, il tuo compagno ancora non sa della relazione intima che hai”.

Il 21 gennaio del 2017, due giorni dopo quel primo messaggio, uno dei due centralinisti amanti di Palazzo Chigi riceve un’ulteriore sms, sempre in forma anonima: “Se non vuoi che la documentazione dei tuoi incontri arrivi al tuo convivente trasferisciti da questo ufficio”. All’epoca ancora non era noto il mittente, ma il centralinista decide di eseguire e dare seguito a quella richiesta, chiedendo e ottenendo il trasferimento. Prima, però, ha voluto una prova tangibile dell’oggetto della minaccia. Pochi giorni dopo, infatti, gli è stato recapitato un cd con la traccia audio di quell’incontro in uno dei luoghi più inaccessibili del palazzo sede del governo.

Ma la coppia ha deciso di non fermarsi e ha denunciato l’accaduto. Prima ai superiori che, però, non hanno trovato cimici all’interno di Palazzo Chigi (fatto che sarebbe stato ancora più grave). Poi le forze dell’ordine, nei giorni successivi, hanno dato il via alle perquisizioni di tutte le abitazioni dei dipendenti di Palazzo Chigi e quella traccia audio è stata trovata proprio a casa di Gilberto Rizzo che è stato denunciato e indagato. Ora, dopo il processo, l’uomo è stato condannato a un anno e tre mesi per “violenza privata”.

I contorni di questa vicenda

Davanti ai giudici, Rizzo aveva provato a giustificarsi sottolineando come quel suo gesto fosse una risposta indignata al comportamento dei suoi colleghi che avrebbero messo a rischio le funzionalità del servizio a Palazzo Chigi. Ma la giudice che ha deciso la sua condanna ha sottolineato come “il carattere intermittente delle prestazioni (rispondere alle telefonate) in una fascia notturna lascia margine allo svolgimento di attività non strettamente connesse alle funzioni d’ufficio con prevedibile commistione di prestazioni di carattere personale”.

Una storia fatta di ricatti e invidia. E anche di contrasti per quel che riguarda le turnazioni. Come spiega La Repubblica, infatti, Rizzo e la coppia di centralinisti amanti avevano avuto già in passato alcuni dissensi sui turni e sulla ripartizione degli straordinari. E questo avrebbe spinto il 53enne a registrare l’incontro dei due colleghi e ricattarli.

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