Fatti

C’è chi non si vergogna a sputare odio contro Gino Strada, anche dopo la sua morte

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-13

Per fortuna il cordoglio è arrivato da molti, ma non sono mancati commenti di odio sovranista (e di stampo razzista) e i classici cliché dei no vax ossessionati da qualsiasi decesso, sempre alla ricerca di input per foraggiare le loro convinzioni

article-post

Dietro una tastiera sono tutti leoni. E lo zoo social, anche oggi, ha offerto il peggior spettacolo possibile con gli insulti a Gino Strada. Neanche la morte, infatti, riesce a placare l’odio che impera sulle varie piattaforme. Se da una parte arrivano messaggi di cordoglio e “call to action” come quella di Loredana Bertè, dall’altra c’è chi – con cuore (a mo’ di emoticon) impavido – si prodiga nel rilasciare i suoi commenti non richiesti su un fatto che, al massimo, dovrebbe essere accompagnato solamente da un silenzio.

Insulti a Gino Strada, l’ondata di odio non si placa neanche davanti alla morte

Che non tutti apprezzassero il lavoro di Gino Strada è cosa nota a tutti. Si può essere in accordo o in disaccordo con loro, ma in un mondo democratico è anche legittimo ascoltare le mozioni di tutti (anche se le riteniamo sbagliate). Ma, spesso e volentieri, gli insulti a Gino Strada sono stati privi di correlazione con la realtà. E questo fenomeno non si è spento neanche nel giorno della notizia della sua morte. Questa una rapida (neanche troppo) carrellata della vergogna presente in rete.

Un misto tra i razzisti della prima ora, i sovranisti della seconda generazione e chi non perde l’occasione per paventare la correlazione tra la vaccinazione anti-Covid e la morte del fondatore di Emergency.

Questi insulti a Gino Strada, nel giorno della sua morte, sono la cartina di tornasole di come gli italiani siano stati fomentati da una certa parte della politica (la stessa che, a tre ore dalla notizia del suo decesso, non ha ancora scritto una riga per ricordare il medico attivista) e che non riescano a fermare il proprio odio anche quando la controparte non è più in grado di rispondere. Un male atavico che Gino Strada ha provato a combattere durante tutta la sua vita.

(Foto IPP/Simone Bergamaschi)

Potrebbe interessarti anche