Carmela Cenicola: la storia della sorella del killer nelle liste di SEL

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-05-15

La vicenda finisce sui quotidiani di oggi e dà modo a Gennaro Migliore, ex SEL, di attaccare SEL. Ma a ben guardare…

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L’accusa è arrivata da Gennaro Migliore, lo Scilipoti di Renzi passato da SEL al Partito Democratico e nel frattempo diventato fedelissimo del premier: Sinistra, Ecologia e Libertà ha candidato la sorella di un killer alle elezioni regionali in Puglia. Tutto si svolge su La7 e Marco Furfaro, in studio, ricorda che Carmela Cenicola è stata assolta da qualsiasi addebito nella vicenda che la riguarda.


CARMELA CENICOLA: LA STORIA DELLA SORELLA DEL KILLER NELLE LISTE DI SEL
Già, ma quale vicenda? Carmela Cenicola, 42 anni, è la sorella di Vincenzo Cenicola, che è stato condannato a otto anni e mezzo per l’omicidio di Fabrizio Pignatelli in un procedimento giudiziario nel quale lei è stata assolta dall’accusa di minacce. La Cenicola è nella lista “Noi a sinistra per la Puglia”, animata dal presidente della Regione uscente Nichi Vendola insieme a Dario Stefano, in appoggio alla corsa di Michele Emiliano.
carmela cenicola
La storia l’ha raccontata oggi Repubblica: Pignatelli fu ucciso da Vincenzo Cenicola in seguito a una guerra di potere per il controllo criminale del territorio pugliese. Carmela è stata condannata in primo grado a due anni di reclusione e poi assolta in secondo a causa di una serie di intercettazioni ambientali in carcere nelle quali, quando si recava in visita al fratello Vincenzo o al figlio Alberto (imputato e assolto nel processo), se la prendeva con il procuratore di Lucera Domenico Seccia: «Seccia ce l’ha con noi, ha detto che vuole schiacciare i Cenicola sotto i piedi… gli avessimo rotto il c… a quello». E poi: «Se io avessi una pistola e non avessi nulla da perdere, per le cattiverie che sta facendo gli sparerei in fronte davanti a tutti quanti… Questa è cattiveria, cattiveria!».
 
LA QUESTIONE MORALE

Furfaro ha rimbeccato Migliore in trasmissione appellandosi al garantismo. In effetti qui stiamo parlando di una persona assolta in secondo grado, e le parole di minaccia che vengono riportate nell’articolo in effetti hanno forte giustificazione nella situazione in cui si trovava la donna, con il fratello e soprattutto il figlio in carcere. Secondo il sito internet di “Noi a Sinistra per la Puglia” «Carmela è una compagna che proviene dal mondo del lavoro, che si è fatta da sé, che è sempre andata avanti con le proprie forze, credendo nei valori della solidarietà e della giustizia sociale». E visto che la lista appoggia il candidato democratico Emiliano, poco si capisce la polemica del democratico Migliore, visto che il controllo delle liste semmai spetterebbe ai candidati.
Edit: La Cenicola ritira la sua candidatura:

Carmela Cenicola, candidata nella lista ‘Noi a sinistra per la Puglia’ promossa dal presidente della Regione uscente, il leader di Sel, Nichi Vendola, e schierata con Michele Emiliano, ha deciso di ritirarsi. Lo annuncia lei stessa in una nota dopo l’articolo apparso questa mattina su Repubblica in cui si rivela che la candidata e’ la sorella di un killer della malavita foggiana. La decisione di Cenicola avviene dopo che il segretario pugliese di Sel, Ciccio Ferrara, il senatore Dario Stefano e Guglielmo Minervini a nome della lista ‘Noi a Sinistra per la Puglia’ le hanno chiesto “un atto di responsabilita'”. “Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto la famiglia Cenicola – affermano – erano a noi sconosciute fino a quando non le abbiamo apprese dalla stampa stamattina. Pur restando fermamente garantisti, nel caso di processi in corso e tanto piu’ dinanzi ad una sentenza di assoluzione, riconosciamo una possibile nostra disattenzione nell’aver accettato la sua proposta di candidatura nelle nostre liste. Carmela Cenicola e’ estranea a qualsiasi vicenda giudiziaria e tuttavia per ragioni di opportunita’ non avrebbe dovuto far parte della nostra squadra”. “Siamo convinti – proseguono Ferrara, Stefano e Minervini – che la politica debba essere sempre la prima a dare il buon esempio, a partire da una rigida selezione dei candidati e delle candidate, anche da un punto di vista della opportunita’. La nostra diversita’ passa anche da questo: dal riconoscere gli errori quando si sbaglia e provare a porvi rimedio immediatamente. Affrontiamo questa vicenda nel l’unico modo in cui il nostro partito sa fare, con serieta’ e rigore, chiedendo un atto di responsabilita’ a Carmela Cenicola faccia un passo indietro e ritiri la propria candidatura al consiglio regionale pugliese dalla lista Noi a Sinistra per la Puglia”. Dal canto suo Cenicola spiega in una lettera: “Un articolo del giornale La Repubblica rischia di essere strumentalizzato a ignobili fini politico-elettorali: denigrare persone che stimo e danneggiare la lista nella quale sono candidata per le imminenti elezioni regionali. Ritiro pertanto la mia candidatura. Chiedo scusa per tale gesto ai miei compagni di lavoro, a quelli che hanno riposto fiducia in me e che tanto si sono adoperati per propormi. Pensavo che l’aver dedicato una vita al lavoro, l’essere uscita indenne da procedimenti penali fossero sufficienti per godere appieno dei diritti civili e per essere degna di rappresentare gli interessi dei lavoratori nelle Istituzioni politiche. Devo amaramente constatare che non per tutti e’ cosi. Resta comunque immutato il mio impegno a difesa dei loro interessi”.

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