Il presidente del Codacons a processo per aver diffamato Fedez e Chiara Ferragni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-19

Carlo Rienzi, presidente del Codacons, è stato rinviato a giudizio per alcune dichiarazioni contro Fedez e Chiara Ferragni risalenti al periodo natalizio del 2020 giudicate potenziali diffamazioni

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“Ignoranti, delinquenti, approfittatori”: così Carlo Rienzi, presidente del Codacons, aveva definito nel dicembre del 2020 Fedez e Chiara Ferragni commentando l’iniziativa del rapper di muoversi per Milano distribuendo grosse somme di denaro raccolte tramite donazioni dei suoi fan ai bisognosi. La Procura di Roma ha deciso per il rinvio a giudizio con decreto di citazione diretta nei confronti di del 75enne al vertice dell’associazione di categoria. Il reato contestato è quello di diffamazione, per aver “offeso la reputazione di Federico Lucia e della moglie Chiara Ferragni”, come scrive nell’atto di citazione il pm capitolino Antonia Giammaria. Il Codacons aveva criticato aspramente il gesto di Fedez tramite un comunicato ufficiale, definendolo una “operazione di marketing” più che “un vero atto di solidarietà”. Nella nota ufficiale il rapper veniva inoltre accusato di “fare pubblicità occulta a una nota casa automobilistica”, dato che nel video il cantante si spostava a bordo della sua Lamborghini.

Il presidente del Codacons a processo per aver diffamato Fedez e Chiara Ferragni

Rienzi è inoltre imputato, con prima udienza prevista ad aprile, per altre dichiarazioni – stavolta sul figlio dei “Ferragnez” – fatte a ottobre 2020 alla giornalista Selvaggia Lucarelli durante un collegamento radiofonico: secondo il numero uno del Codacons il piccolo Leone sarebbe stato sfruttato dai genitori, che avrebbero percepito soldi dalla Moschino per pubblicare una foto del bimbo con indosso una maglietta si quel brand. “Sono le aziende che pagano loro come genitori per fare pubblicità”, aveva detto, ma secondo l’accusa il fatto è stato “accertato come non veritiero”. Quella tra il Codacons e Fedez è una lunga battaglia portata avanti a colpi di denunce: l’associazione aveva anche segnalato la canzone “Mille”, realizzata con Achille Lauro e Orietta Berti, per “pubblicità occulta” alla Coca Cola, e aveva denunciato Chiara Ferragni per “blasfemia” in seguito a una fotografia pubblicata dalla star social in cui appariva come la Madonna.

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