Il calcolo sbagliato sulla TARI

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-12-19

Grandi città come Milano, Genova, Napoli e così via sarebbero coinvolte nel pasticcio sulla tariffa rifiuti. Ma nessuna si è mossa per restituire i soldi ai cittadini

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Il pasticcio della Tariffa Rifiuti gonfiata promette di diventare un classico nonsense della burocrazia italiana. Il ministero dell’Economia ha ammesso che il calcoli della TARI sono sbagliati, ma i comuni non si sono per ora in alcun modo adeguati. Le organizzazioni dei consumatori chiedono a tutte le amministrazioni locali di indicare nei loro siti Internet le modalità di calcolo della TARI. Ma i sindaci si guardano bene dal farlo. E allora non resta che spedire al Comune una richiesta per sapere quanto è stato pagato in eccesso. Spiega oggi Repubblica:

La tassa sui rifiuti ha una parte fissa calcolata sulla superficie dell’abitazione, e una variabile legata al numero dei componenti familiari, per tener conto della quantità di rifiuti prodotti. Quest’ultima quota va calcolata una sola volta per ciascuna utenza domestica, che comprende sia l’abitazione sia le cosiddette “pertinenze”, come le cantine e i garage. Alcuni Comuni, invece hanno sommato la parte variabile tante volte quante sono le pertinenze.
Facciamo un esempio, lo stesso che il Tesoro fa nella sua circolare. Prendiamo una famiglia di tre persone che vive in un’abitazione di 80 metri quadri e ha una cantina di 20. La quota variabile vale 163 euro. La procedura giusta è applicarla una sola volta all’intera utenza domestica: abitazione più cantina. Quella sbagliata, praticata da molte amministrazioni, consiste invece nel far pagare due volte quei 163 euro: una volta sull’abitazione, e un’altra sulla cantina. Totale della Tari variabile: 326 euro: il doppio. E se oltre alla cantina, c’è anche un garage, ecco che l’importo triplica.

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Il calcolo sbagliato sulla TARI (La Repubblica, 19 dicembre 2017)

Nessuno conosce il numero dei Comuni e dei cittadini coinvolti. C’è chi parla di 800 amministrazioni. Si sospettano grandi città come Milano, Genova, Napoli, Catanzaro, Cagliari, Ancona, Rimini, Siracusa, ma molte di esse smentiscono. L’Anci fa sapere che su 220 Comuni più popolosi, solo due hanno sbagliato, «con cifre irrisorie per le famiglie». E tuttavia bisogna verificare da quanto tempo veniva applicata l’indebita tariffa. Il Tesoro spiega che il rimborso si può chiedere a partire dal 2014. Ma le procedure sono tutte a carico dell’utente. Quindi per ora il rimborso TARI è impossibile da chiedere. Normalità all’italiana.

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