Le insostenibili ragioni per cui Silvio Berlusconi rinuncia alla corsa al Quirinale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-23

In un lungo post su Facebook l’ex Presidente del Consiglio ha spiegato che non si è trattato di un problema di numeri ma di un “atto di responsabilità nazionale”

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Alla fine la notizia è arrivata, la più ovvia, non necessariamente la più scontata: Silvio Berlusconi ha rinunciato alla propria candidatura al Quirinale. La prima a farlo sapere è stata la fedelissima Licia Ronzulli (Forza Italia), prima che lo stesso Berlusconi spiegasse le ragioni della rinuncia con un lungo post su Facebook nel quale ha spiegato la scelta come “un atto di responsabilità nazionale”. In realtà, come emergeva ormai chiaramente da tutti i calcoli fatti alla vigilia sui grandi elettori, l’ex Presidente del Consiglio non aveva i voti, neanche con l’intensa campagna acquisti portata avanti in questi ultimi giorni a colpi di telefonate, in quella che è stata ribattezzata – non senza una certa ironia – “Operazione scoiattolo”.

Berlusconi sul Quirinale: “Numeri sufficienti, ho rinunciato io”

“Sono davvero grato, dal profondo del cuore, alle molte migliaia di italiane e italiani che, in questi giorni, mi hanno manifestato affetto, sostegno e incoraggiamento da quando il mio nome è stato indicato per la Presidenza della Repubblica” ha spiegato Berlusconi su Facebook, sottolineando come non si sia trattato di un problema di numeri ma di un atto di responsabilità. “Sono grato in particolare alle forze politiche del centro-destra che hanno voluto formulare la mia candidatura, ai tanti parlamentari di tutti gli schieramenti che hanno espresso il loro appoggio e il loro consenso, agli importanti esponenti politici stranieri, in particolare ai vertici del Partito Popolare Europeo, che si sono pronunciati a favore di questa proposta. Dopo innumerevoli incontri con parlamentari e delegati regionali, anche e soprattutto appartenenti a schieramenti diversi della coalizione di centro-destra, ho verificato l’esistenza di numeri sufficienti per l’elezione. E’ un’indicazione che mi ha onorato e commosso: la Presidenza della Repubblica è la più Alta carica delle nostre istituzioni, rappresenta l’Unità della Nazione, del Paese che amo e al servizio del quale mi sono posto da trent’anni, con tutte le mie energie, le mie capacità, le mie competenze. Nello stesso spirito, ponendo sempre l’interesse collettivo al di sopra di qualsiasi considerazione personale, ho riflettuto molto, con i miei familiari ed i dirigenti del mio movimento politico, sulla proposta ricevuta”.

Sul governo: “Draghi fino a fine legislatura”

“L’Italia oggi ha bisogno di unità, al di là della distinzione maggioranza-opposizione, intorno allo sforzo per combattere la gravissima emergenza sanitaria, per far uscire il paese dalla crisi” è il ragionamento di Berlusconi. “La Nazione riparte nei momenti difficili se tutti sappiamo trovare, come avvenne nel dopoguerra, un senso comune di appartenenza nella nostra democrazia, superando le lacerazioni e al di là delle legittime ed anzi necessarie distinzioni. Per queste ragioni sono stato il primo a volere un governo di Unità Nazionale che raccogliesse le migliori energie del Paese, e che – con il concorso costruttivo anche dell’opposizione – è servito ad avviare un percorso virtuoso che oggi più che mai, alla luce della situazione sanitaria ed economica, deve andare avanti. Per questo considero necessario che il governo Draghi completi la sua opera fino alla fine della legislatura per dare attuazione al PNRR, proseguendo il processo riformatore indispensabile che riguarda il fisco, la giustizia, la burocrazia. In questo stesso spirito, ho deciso di compiere un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare ad indicare il mio nome per la Presidenza della Repubblica”.

Berlusconi ha proseguito poi tratteggiando quelli che potrebbero essere gli scenari per l’immediato futuro. Domani infatti, alle ore 15, è convocata la prima seduta parlamentare comune per eleggere il Presidente della Repubblica. Draghi? “Vada avanti fino a fine legislatura”,

“Al Quirinale serve una figura capace e autorevole nel mondo”

Infine Berlusconi ha provato a tratteggiare l’identikit del nuovo inquilino del Quirinale.

“Continuerò a servire il mio Paese in altro modo, come ho fatto in questi anni, da leader politico e da Parlamentare Europeo, evitando che sul mio nome si consumino polemiche o lacerazioni che non trovano giustificazioni che oggi la Nazione non può permettersi. Da oggi lavoreremo quindi con i leader del centro-destra – che rappresenta la maggioranza nel Paese ed a cui spetta l’onere della proposta – per concordare un nome in grado di raccogliere un consenso vasto in Parlamento. Occorre individuare una figura capace di rappresentare con la necessaria autorevolezza la Nazione nel mondo e di essere garante delle scelte fondamentali del nostro Paese nello scenario internazionale, l’opzione europea e quella atlantica, sempre complementari e mai contrapponibili, essenziali per garantire la pace e la sicurezza e rispondere alle sfide globali. Spero che il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni sappiano compiere questa scelta nel tempo più breve possibile e con un’ampia convergenza”.

 

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