«Berlusconi può essere il vostro salvatore politico»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-01-06

Bill Emmott, ex direttore dell’Economist che lo considerava inadeguato a guidare l’Italia, adesso scommette sul Cavaliere

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Ricordate l’Economist delle copertine su Berlusconi unfit to lead Italy? Beh, non solo i politici cambiano idea. Nel 2001 Bill Emmott «firmò» la famosa copertina dell’Economist, allora da lui diretto; oggi conclude così la sua analisi sul voto italiano per Project Syndicate, The Bunga Bunga Party Returns to Italy: «Berlusconi potrebbe finire per essere il salvatore politico dell’Italia? Non escludetelo». Marilisa Palumbo lo ha intervistato sul Corriere della Sera di oggi:

Cosa è cambiato?
«Nulla, e io non ho mutato opinione. Berlusconi resta inadeguato a guidare l’Italia. Ma potrebbe essere determinante per formare una coalizione centrista in grado di impedire a M5s o Lega di essere forza trainante nella formazione del nuovo governo. Sarà lui a presentarsi come salvatore politico, non dico sia una cosa buona. Ma Berlusconi non può diventare premier, sarà un manovratore dietro le quinte, è in quel ruolo che dobbiamo valutarlo e in quel ruolo non credo possa essere così negativo. Le sue posizioni sono più moderate di quelle di Salvini e Di Maio».
Ma non è un po’ un paradosso che nel 2011 l’Europa aspettasse con il fiato sospeso le sue dimissioni e oggi in qualche modo speri in lui?
«Non proprio: Berlusconi è stato importante anche con Monti e Letta, il sostegno del suo partito ad alcune riforme è stato già vitale. Ma sì, è un po’ ironico. Dire che l’Europa spera in lui però può essere fuorviante: spera in una coalizione centrista moderata, o in una grande coalizione».

berlusconi salvatore
Non solo: Emmott ne ha anche per Renzi:

Quale è stato, secondo lei, il più grande errore del leader pd?
«Da osservatore esterno mi è sempre sembrato che il governo consistesse in una unica persona, Matteo Renzi. Non aver costruito una vera squadra e non aver facilitato la collaborazione tra i partner di coalizione e dentro il Pd è stata la sua grande debolezza, ha rallentato i progressi sulle riforme. Poi ha messo troppo capitale politico nel referendum che si è tenuto quando già la sua popolarità era in declino. Ha commesso una serie di tragici errori, avrebbe anche dovuto cercare la consacrazione del voto prima, per avere un mandato pieno, ma è stato troppo arrogante».

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