Politica
Berlusconi e il complotto contro Marcello Foa in RAI
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-08-07
Il Fatto Quotidiano sostiene che il Caimano abbia paralizzato la RAI per salvare un miliardo di spot su Mediaset. Ma la storia non regge
In un articolo a firma di Marco Palombi, il Fatto Quotidiano oggi adombra una curiosa teoria del complotto dietro la caduta di Marcello Foa, presidente della RAI designato dal MoVimento 5 Stelle e dalla Lega ma che non ha ottenuto i voti necessari per la ratifica della sua carica in Commissione di Vigilanza proprio a causa del no di Forza Italia. Secondo il Fatto, il Caimano ha paralizzato la RAI per salvare un miliardo di spot su Mediaset. Questa la tesi:
I numeri aiutano a capire le preoccupazioni di Berlusconi: in Italia le aziende, i cosiddetti “brand”, investono in pubblicità 6 miliardi abbondanti di euro l’anno; la percentuale di questa cifra riservata alla tv è più del doppio rispetto agli altri Paesi europei e la maggior parte finisce a Mediaset.
Publitalia – grazie ad antiche alleanze commerciali coi Centri Media che gestiscono i budget delle aziende (primo tra tutti GroupM del colosso WPP, a lungo guidato da Stefano Sala, attuale numero uno della concessionaria di B.) –riesce alla fine a portare al Biscione circa due miliardi e mezzo: in sostanza le tv del leader di Forza Italia con uno sh ar e medio stimabile nella fascia 30-35% incamerano pubblicità per il 55-60% del totale.
Un paradiso che, coi nuovi attori spuntati come funghi nel mercato dei media e una maggioranza di governo ostile, avrebbe vita breve: un’apertura del mercato potrebbe costare a Mediaset tra 750 milioni e 1 miliardo l’anno.
Il Fatto sostiene che all’epoca della formazione del governo gialloverde Salvini e la Lega avessero dato le loro più ampie garanzie alla casa di Arcore ma a quel punto è accaduto il fattaccio di Foa:
Come Il Fatto Quotidiano ha già raccontato, proprio mercoledì 1° agosto, di buon mattino, Salvini fece finalmente visita a Berlusconi, ribadendogli –fra le altre cose –che nessuno avrebbe approvato leggi “contro Mediaset”. Il leader di Forza Italia, fino a quel momento schierato sul no al candidato “sovranista ” come ritorsione contro l’alleato infido, si decise a cambiare posizione sul nome di Foa (avanzato senza consultarlo) e telefonò ai commissari azzurri per chiedergli di votarlo: peccato, dicono fonti del partito, che a quel punto il (non) voto su Foa ci fosse già stato. Lì accade l’imponderabile: è Forza Italia a ribellarsi, Antonio Tajani e Gianni Letta in testa, spingendo il debole capo al niet definitivo contro il presidente sovranista per staccarlo da Salvini e fare di FI uno dei perni di una futura alleanza anti-populista
Ma è proprio qui che la teoria del complotto decade: se Berlusconi vuole tutelare il miliardo di spot su Mediaset, perché ha detto no a Foa dopo aver dato l’ok? Sarebbe stato più logico da parte del Cavaliere imporre la sua decisione ai vertici di Forza Italia visto che aveva raggiunto un accordo con Salvini e visto che la presenza di Foa è semmai garanzia per Mediaset. La teoria del Fatto è intrinsecamente contraddittoria anche se in effetti la notizia che Salvini sia d’accordo con Berlusconi all’insaputa del M5S è piuttosto succosa e dovrebbe far arrabbiare i grillini. Forse per questo nell’articolo si parla d’altro.