La BCE, gli NPL e i rischi di un big bang bancario

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-15

gli istituti sono chiamati ad aumentare le coperture fino a svalutare integralmente lo stock di crediti deteriorati in 7 anni. Mentre è in arrivo la recessione

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La Banca Centrale Europea chiede alle banche italiane di sbarazzarsi dei Non Performing Loans, ovvero dei crediti incagliati o ammalorati, entro sette anni. E questo provoca il crollo del Monte dei Paschi di Siena in Borsa e la sofferenza dell’intero settore del credito a Piazza Affari.  Per tutti gli istituti italiani (ed europei), spiega oggi Il Sole 24 Ore, l’aspettativa della Banca centrale europea è univoca: gli istituti sono chiamati ad aumentare le coperture fino a svalutare integralmente lo stock di crediti deteriorati in un arco pluriennale predefinito, orizzonte che mediamente si aggirerà attorno al 2026. A novembre, il sistema bancario contava 37,5 miliardi di sofferenze nette. Un ammontare di Npl che, a questo punto, in teoria dovrà essere gradualmente svalutato da qua ai prossimi anni insieme ad altri 60 miliardi di inadempienze probabili nette (pari a 86 miliardi lordi coperti al 30%).

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Le banche in Borsa (Il Sole 24 Ore, 15 gennaio 2019)

Alessandro Graziani sul Sole 24 Ore spiega che la mossa, combinata alla recessione in arrivo, può portare a una tempesta di cui soffriranno le più esposte: per ora Carige, Popolare di Bari e MPS. Poi le altre:

Su Carige a giorni arriverà il primo aiuto di Stato con la garanzia pubblica sul bond da almeno un miliardo per garantire liquidità di emergenza alla banca ligure. Nel frattempo l’istituto ligure tenterà un piano di ricapitalizzazione privata che, se non dovesse andare in porto, sarà sostituito – sempre ammesso che la Ue lo consenta da un aumento di capitale precauzionale fino a un miliardo da parte dello Stato. Più insidioso il caso della Popolare di Bari, per ora formalmente non in crisi, ma alle prese con un piano di aumento di capitale e trasformazione da cooperativa in società per azioni che in primavera dovrà essere approvato dall’assemblea dei 70.000 soci.

In Puglia si preannuncia uno psicodramma simile a quello delle banche venete, quando i soci furono chiamati a votare su due alternative entrambe dolorose: bocciare Spa e aumento, con tutti i rischi per la solidità della banca, o votare a favore della proposta in arrivo dal consiglio di amministrazione autocertificando così il sostanziale azzeramento del valore delle proprie azioni.

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