Di Battista: «No critiche, solo complimenti»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-11-08

Nell’intervista al Fatto Quotidiano il deputato M5S risponde in una maniera che riecheggia le mammine pancine. Poi su Zingaretti “spiega” che la falsa testimonianza è più grave dell’omicidio colposo

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Alessandro Di Battista rilascia oggi un’intervista al Fatto Quotidiano in cui fa riecheggiare uno dei leit motiv delle mammine pancine diventate famose con il Signor Distruggere su Facebook:

Qualcosa avrete sbagliato se avete perso, non pensa?
Io ho sempre fatto autocritica, ma questa volta meritiamo solo complimenti. E vanno innanzitutto a Luigi Di Maio. La pensano tutti così nel Movimento? Qualcuno potrebbe presentarvi il conto. Oggi (ieri, ndr) ero alla Camera, e tra i nostri ho respirato solo soddisfazione.
Ora come si riparte?
Convincendo gli astenuti ad andare a votare, e insistendo sul l’autonomia di governo. Bisogna andare da soli, facendo capire ai cittadini che i partiti hanno bisogno dei pacchetti di voti “contaminati ”, ma poi devono sottostare ai ricatti politici.

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Poi Di Battista si esibisce in una doppia capriola con passo carpiato sul caso di Nicola Zingaretti, che ieri i 5 Stelle hanno cominciato ad attaccare per l’iscrizione nel registro degli indagati per falsa testimonianza:

Voi e il Pd passate il tempo a rinfacciarvi i reciproci avvisi di garanzia. È un qualcosa di deteriore, lo ammetta.
Noi abbiamo un codice etico, in base al quale una persona come Nicola Zingaretti, indagata per falsa testimonianza, non si potrebbe candidare a governatore del Lazio. Non è mica una condanna, è solo un accertamento. Certo che non è una condanna, ma esiste l’opportunità politica. Un’indagine così grave dovrebbe spingere Zingaretti a fare un passo indietro.
Il piano giudiziario è una cosa, quello politico è un altro.
Esiste il garantismo. Lo ripeto, noi gli indagati per certireati nonlicandidiamo. Non si può aspettare la magistratura per fare pulizia.

Nella risposta Di Battista riesce a dire una cosa molto divertente: secondo lui Zingaretti dovrebbe fare “un passo indietro” – da cosa? boh – perché è sotto indagine per falsa testimonianza. Il reato di falsa testimonianza, secondo il codice penale, prevede una pena da due a sei anni. Chiara Appendino è indagata in un’inchiesta per falso: la pena prevista è da uno a sei anni. Il falso ideologico di Virginia Raggi  è un reato che viene punito con una pena che va da 1 a 6 anni di reclusione. Sempre la Appendino è indagata in un’inchiesta in cui i protagonisti rischiano fino a dodici anni di carcere.

Leggi sull’argomento: La storia di Zingaretti indagato per Mafia Capitale

 

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